Ferroni: «Amazon arriva in Sabina»

La nota azienda leader nell’«e-commerce» aprirà presto un centro nei pressi di Passo Corese. Previste 500 assunzioni. Altri insediamenti, respiro per l’occupazione. Parla il presidente del Consorzio Industriale.

L’intervento nel Polo della Logistica di Passo Corese rassomiglia a quanto originato negli anni Settanta con il nucleo di Rieti–Cittaducale per dimensioni e per quanto potrà produrre a livello occupazionale, pur nelle diverse condizioni storiche. L’iniziativa è tra i progetti imprenditoriali più ambiziosi, importanti e strategici in via di realizzazione nel Centro–Sud, dato che le infrastrutture sono state possibili per gli investimenti di imprese private. Siamo nella moderna sede del Centro servizi del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Rieti, del quale Andrea Ferroni è presidente. Il Centro è una delle strutture concepite a suo tempo dalla Dc, cuore del processo industriale che portò all’occupazione di 8.500 lavoratori tra impiego diretto ed indotto ed è singolare che da una decina d’’anni sia un ex–comunista come Ferroni a presiedere il piano di rivitalizzazione dell’industria reatina e a realizzare il progetto del Polo della logistica di Passo Corese, da cui dipenderà il riaffermarsi dell’attività industriale e la svolta decisiva da dare all’occupazione giovanile sabina. La prima notizia che Andrea Ferroni dà è quella di Amazon, una conferma molto attesa dalla popolazione. «Amazon costruirà una struttura a Passo Corese su 200mila metri quadri, di cui 95mila coperti pari a tre Mercatoni del nostro nucleo, per 50 milioni di euro di investimento e l’assunzione di 500 addetti. L’accordo è cosa fatta». Il risultato apre le prospettive tanto sospirate di sviluppo in quell’area. Amazon significherà quel che Texas Instruments è stata per il nucleo di industrializzazione reatino negli anni Settanta e Ottanta: una luce di attrazione, un attestato che assicura la pena di tornare ad investire in provincia di Rieti. «Per la capacità del programma e per l’impatto che lo stesso potrà determinare sul territorio, ritengo che rappresenti l’inizio del trend positivo che si attendeva. Ciò caratterizzerà un processo di crescita tale da ribaltare il pessimismo che la maggioranza degli operatori ha coltivato per anni». Dunque, è ipotizzabile che già da questo 2015 il settore industriale torni ad essere un’occasione di impiego e consentirà l’avvio dell’uscita dalla crisi che «da noi è stata meno virulenta, anche se davvero non ha scherzato, di tanti altri Consorzi industriali del Centro–Sud, ma anche del Nord», afferma Ferroni, facendo notare di aver posto a recupero, secondo un accordo già operativo, una decina di capannoni e depositi di aziende dismesse, comprese le strutture di Alcatel, aspettando offerte operative da parte di imprenditori intenzionati a riattivarvi le attività industriali. «C’è anche da sottolineare che Baxter, Lombardini, Emec e Seko assieme ad Inalca, sono tornate ad investire e a fare assunzioni, anche se in modo limitato. Il segno è incoraggiante e forse siamo ad una svolta». Il presidente coltiva ulteriori investimenti nel Polo di Passo Corese, che sfrutterà la prossimità con Roma e Rieti e la collocazione al centro dello snodo stradale e ferroviario che ne fa un’area predisposta alla logistica e vocata ad una missione di servizio della Capitale in quanto raccordo tra Sud e Nord. Tutte queste speranze sono collocate su base certe quali sono le infrastrutture già realizzate nel Polo per quasi 100 milioni di euro, tra cui una bretella di collegamento con la Salaria, un depuratore anche al servizio della popolosa frazione di Passo Corese. Per il futuro non è da trascurare la politica del governo Renzi che, assieme ad altri Esecutivi europei, è riuscito (pur se non completamente) a modificare l’impostazione restrittiva della Cee puntando a favorire la crescita, sia con il Piano Juncker sia con il Quantitative easing (QE) del governatore Draghi e il prossimo acquisto di titoli di stato dei Paesi membri dell’Unione, per contrastare la spirale deflattiva specie dei Paesi mediterranei e promuovere lo sviluppo, facilitando gli investimenti e l’occupazione giovanile. «I provvedimenti dell’Ue – spiega Ferroni – vengono a sostenere la competitività economica dell’area del Polo che, per essere un progetto di un ente pubblico quale il Consorzio, ha posto sul mercato le aree in cui costruire a costi bassi».

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