Fede e tradizione evitando Halloween

I termini sono stati quelli purtroppo oggi solitamente usati senza risparmio di iperboli, specie quando c’è di mezzo la Chiesa: “battaglia”, “crociata” e addirittura “scomunica”.

Nonostante la video intervista al direttore dell’ufficio catechistico don Marco Tarquini, pubblicata sulla web tv del sito del settimanale diocesano, avesse esplicitamente escluso un tale spirito nell’annunciare l’iniziativa dei “bambini vestiti da santi” e l’invito alle famiglie a pensarci bene prima di seguire la moda di Halloween.

Contenuti ripresi in modo tranquillo dall’articolo uscito sul primo dei media laici reatini che ha voluto sottolineare l’iniziativa, la pagina locale del «Il Messaggero»: ma se il pezzo riportava in modo sostanzialmente corretto quanto detto da don Marco, il titolo sparava a zero con l’utilizzo dei vocaboli buoni a scatenare il dibattito sulle testate on line e sui social, con opinionisti improvvisati a sputare sentenze su presunti «autogol» della Chiesa, che condanna «senza motivo» divertimenti «innocenti» a base di «dolcetto e scherzetto», e commenti in libertà riguardo «assurde» esagerazioni di cattolici bacchettoni che vedrebbero il diavolo dappertutto.

Insomma, le solite sterili polemiche che anziché dibattiti culturalmente seri producono chiacchiere da bar. Che però ben poco hanno interessato quelle famiglie reatine che hanno accolto l’invito alla simpatica iniziativa che la vicaria del centro storico, estendendo l’esperienza già avviata a livello parrocchiale da S. Michele Arcangelo e con l’incoraggiamento dell’ufficio diocesano per l’evangelizzazione, ha proposto per la vigilia di Ognissanti: un bel momento di riflessione e di festa per i bambini invitati a vestirsi da santi anziché con le tenebrose maschere di streghe e vampiri, che saranno pure divertimenti innocui ma sicuramente non aiutano a entrare nella corretta dimensione spirituale che nella tradizione cristiana si lega a queste giornate che “profumano” di cielo e luminosità e non certo di atmosfere horror.

Così la parrocchia del Borgo ne ha radunati tanti di ragazzini vestiti con abiti che richiamassero loro i santi di cui portano il nome o comunque quelli più cari alla devozione cristiana. Dopo un momento di preghiera in chiesa, ci si è spostati processionalmente nel salone per festeggiare insieme senza zucche vuote, ma con l’autentico spirito cristiano della festa che nulla ha da trasgredire e nulla da esorcizzare, perché – questo il senso educativo dell’iniziativa – quanti già vivono nella pace di Dio sono nostri amici e attendono tutti alla grande festa dell’eternità beata.

Nel segno del recupero dell’autentica tradizione culturale di queste giornate anche la proposta offerta l’indomani dal Consorzio Reate Antiqua Civitas e dalla Confraternita degli Artisti: la rappresentazione delle Danze Macabre, che sullo sfondo della Cattedrale e del palazzo papale ha evocato, la sera tra la solennità di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti, le atmosfere dei “misteri” medievali tipici di queste ricorrenze liturgiche.

Non il macabro delle mascherate lugubri di stampo commerciale e neopagano, ma il richiamo al senso di comunione con “sorella morte” e di pietà per la sorte umana che è pienamente confacente a una cultura cristianamente ispirata.

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