Fate quello che egli vi dirà

La GMG a carattere diocesano, della domenica delle Palme del 1988, si celebrò in concomitanza con l’Anno Mariano. Fu lo stesso Pontefice a sottolinearne la coincidenza nel messaggio che diresse ai giovani il 13 dicembre del 1987: «(…) Maria appare ai nostri occhi sotto una luce nuova: madre piena di amore tenero e sensibile e maestra che ci precede nel cammino della fede e ci indica la strada della vita. L’anno mariano è quindi un anno di particolare ascolto di Maria. E così deve essere anche la prossima Giornata Mondiale della Gioventù. (…) La Giornata Mondiale della Gioventù 1988 avrà quindi come suo centro Maria, Vergine e Madre di Dio, e sarà una giornata di ascolto. Che cosa ci dirà Maria, nostra madre e maestra? Nel Vangelo c’è una frase in cui Maria si mostra veramente come nostra maestra. È la frase da lei pronunciata durante le nozze di Cana di Galilea. Dopo aver detto al Figlio: ‘Non hanno più vino’, dice ai servitori: ‘Fate quello che egli vi dirà’».

È in tal modo che Papa Woytila propose il tema della III GMG, ricordando Maria e contemporaneamente fornendo un’indicazione di grande valore per i giovani: fate quello che Gesù dice, seguite le sue parole, così come ha fatto Maria, guardate a lei come modello, dicendo “sì” al progetto che Dio ha avuto sulla sua vita. «Fate quello che egli vi dirà» cela quindi tante dimensioni: l’ascolto di Dio, il fidarsi di Lui, il comprendere la Sua proposta, il fare quello che Lui indica.

È del tutto evidente che siamo di fronte agli elementi fondamentali del rapporto con il Signore, quegli aspetti che san Giovanni Paolo II approfondì nel messaggio del dicembre del 1987 e che sviluppò nell’omelia del 27 marzo 1988. Il Papa nella III GMG del 1988 invitò i giovani a riflettere su una delle crisi più profonde del mondo contemporaneo, la perdita del senso della vita, indicato l’esempio di Maria come la strada da seguire per trovare la felicità nella propria vita, trovare il Signore e la sua proposta di santità. Alla crisi di senso della vita, spesso si risponde cercando un surrogato nelle più svariate dipendenze, droga, erotismo, alcool ma anche nel consumismo sfrenato, credendo così di trovare la felicità. Il risultato è un vuoto esistenziale che conduce alla disperazione.

Ecco quindi la domanda che pose il santo Papa ai giovani: «Come devo vivere la mia vita per non perderla? Su quale fondamento devo costruire la mia vita perché sia una vita veramente felice? Che cosa devo fare per dare un senso alla mia vita? Come devo comportarmi in situazioni di vita spesso complesse e difficili?». Domande che devono trovare risposte solide, credibili, capaci di resistere alla prova del tempo, risposte forti come le rocce.

Ecco la risposta del Papa:«ascoltate Gesù, ubbidite a Gesù, ai suoi comandamenti, abbiate fiducia in lui. Questo è l’unico progetto di una vita veramente riuscita e felice». Gesù è la roccia su cui costruire la vita di ciascuno, un fondamento che possiamo imparare a cogliere e seguire, imitando le scelte che ha compiuto Maria. Ha detto “si”.