Una famiglia luminosa non rimane chiusa in se stessa: a Contigliano la festa dell’Ac diocesana

«Sarebbe come accendere una candela in una stanza piena di luce!». Da questa frase, tratta dal film di Michelangelo Antonioni Al di là delle nuvole è partita la riflessione di don Fabrizio Borrello durante il quinto appuntamento per genitori, sposi e coppie del progetto “Io ti domando… strade di felicità!”, promosso dall’Azione Cattolica diocesana per le famiglie incrociate nelle attività associative e parrocchiali.

Appuntamento tenutosi, stavolta, “in tandem” con l’iniziativa che nell’itinerario ACR concludeva il “mese degli incontri”, dando così la possibilità di vivere un momento parallelo, e in qualche suo segmento comune, fra acierrini e genitori. Ritrovo per tutti nella sala del centro pastorale di Contigliano, dove, dopo la preghiera iniziale guidata dall’assistente Acr don Roberto D’Ammando, si sono fermati gli adulti (genitori dei ragazzi partecipanti alla Festa degli incontri e altre coppie presenti) per la riflessione partita dal brano proclamato nella preghiera comune, il passo di Matteo in cui Gesù ricorda ai discepoli il loro essere sale e luce del mondo. Come essere tali anche se la loro famiglia è una stanza piena di luce? Se c’è la consapevolezza di essere luce del mondo, perché come il sale evidenzia il sapore del prodotto sul quale è sparso e lo conserva, così la famiglia deve imparare a preoccuparsi della famiglia: la ricchezza di una famiglia – ha ricordato il sacerdote che sta quest’anno accompagnando il percorso – la fa solo la famiglia stessa, perché l’unica vera chiamata che Dio fa all’uomo è la chiamata all’amore. Le altre sono finalizzate a questa. E una famiglia luminosa non rimane chiusa in se stessa ma esce fuori affinché sia luce per altri, sia un segno. Don Fabrizio ha lanciato diversi spunti sui quali riflettere e lavorare e una sfida, quella di trovare ognuno nel suo piccolo la via per essere sale e luce.

Frattanto, bambini e ragazzi, suddivisi per fasce d’età (organizzata anche, con la collaborazione di nonne volontarie, una ludoteca volante per gli under 5 dando così a mamme e papà la possibilità di seguire l’incontro loro riservato), erano impegnati nelle loro attività della festa, a culmine del percorso svolto nei gruppi parrocchiali che ha avuto per filo conduttore la figura di san Francesco, richiamando lo spirito della Laudato si’ (armonia di creature e Creatore) e seguendo come “simbolo riassuntivo” l’intuizione francescana del presepe, cifra spirituale della terra reatina, rileggendone le componenti come immagini dei vari aspetti affrontati: il rapporto con il creato (simboleggiati da asino e bue), l’essenzialità e semplicità (mangiatoia), il ricucire i rapporti nel costruire la “casa comune” (la capanna).

Legati a questi simboli e alle relative riflessioni condotte, il contest fotografico svolto nei gruppi parrocchiali, la cui premiazione ha radunato di nuovo insieme piccoli e grandi, prima di dare il via al gioco in comune: una dinamica caccia al tesoro che, prima della cena per tutti, ha visto cimentarsi i ragazzi insieme agli adulti.