Ex Zuccherificio, voteremmo un sì per dire di fatto un no

«A distanza di quasi due anni dall’insediamento della Giunta Petrangeli e da oltre sei mesi dall’inizio delle operazioni che hanno portato 6500 sottoscrittori a firmare la petizione popolare promossa da Coop. Centro Italia, ieri in commissione urbanistica abbiamo appreso dell’impossibilità di dare corso alla realizzazione del progetto. Progetto mai visto ed esaminato in commissione dai consiglieri comunali componenti, di maggioranza e di opposizione, perché ritenuto oggetto di una procedura concorsuale ancora in corso (Bando Print) e quindi non visionabile neanche da chi dovrebbe poi discuterlo in consiglio comunale. Salvo poi apprendere dalle pagine de «Il Messaggero» di ieri che qualche giornalista era già a conoscenza dell’approvazione da parte della commissione esaminatrice del progetto presentato dalla Vibrocentro srl per il recupero dell’area industriale che ospitava i capannoni della Tre I di Vazia. Nonostante le reiterate richieste avanzate da più di un consigliere di maggioranza. Stranezze della politica».

Lo dichiarano i consiglieri comunali Andrea Sebastiani della Lista Civica Rieti che Sviluppa, Sonia Cascioli del Gruppo Misto e David Festuccia della Lista Civica Città Nuove, che proseguono: «La discussione sulla petizione popolare presentata da Coop. Centro Italia, nel momento in cui verrà portata in consiglio, potrà soltanto determinare un eventuale condivisione rispetto alla bontà del progetto di recupero dell’area riconoscendolo semmai meritevole di determinare, quando e se potrà essere realizzato, un processo di sviluppo economico ed occupazionale. Null’altro. Perchè le conclusioni a cui è giunto il dirigente del settore Urbanistica del Comune di Rieti è di una chiarezza inusuale per la complessità della materia. L’architetto Silvetti mette nero su bianco che la proposta progettuale fatta da Coop Centro Italia è inattuabile e quindi in contrasto sia in riferimento ai programmi integrati di riqualificazione urbana e ambientale, sia in attuazione al piano regolatore generale attualmente vigente. In entrambi i casi, il progetto necessita della preliminare verifica di assoggettabilità alla valutazione Ambientale Strategica (VAS) da parte della Regione Lazio».

«Una volta chiarito nel merito l’eventuale assoggettabilità del progetto – spiegano i consiglieri – il Consiglio Comunale, in alternativa al bando Print, potrà, semmai lo vorrà, proporre una variante urbanistica al piano regolatore generale, che dovrà essere approvata dalla Regione, tornare in Comune e solo allora potrà essere data esecuzione al progetto di Coop. Centro Italia. Con la tempistica che tutto questo comporterà. Molto probabilmente questo vedrà la luce alla fine della prossima consiliatura del nuovo corso che sostituirà l’attuale, che definire fallimentare è fargli un complimento, avremmo la possibilità di dire a Raggi che le sue idee possono essere messe in pratica e il suo investimento calato sulla città».