Europa: Cristiani di fronte alle crisi

Card. Angelo Bagnasco: uno sguardo preoccupato anche all’Europa.

Sono tanti “i fronti di crisi” che “sgomentano”, dalle persecuzioni dei cristiani in varie parti del mondo al problema della fame nel mondo, dalla “condizione di indigenza che si va obiettivamente allargando” all’individualismo. Sono alcuni dei temi trattati dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella prolusione che ha aperto, lunedì 28 gennaio, a Roma, i lavori del Consiglio episcopale permanente (fino al 31 gennaio).

La questione sociale.

“Giustamente da più parti si evidenzia la nuova rilevanza che ha acquisito la questione sociale in Italia e in Europa, per gli esiti di emarginazione che sta creando – ha evidenziato il porporato -. Noi, per la prossimità che ci è data con la vita reale della gente, non possiamo che confermarlo con crescente allarme e soprattutto con cuore afflitto”. E tra quanto è più necessario è “proprio il lavoro”. La disoccupazione giovanile è, per ora, una “sorta di epidemia che non trova argini”, mentre “ci si chiede se le iniziative legislative che si sono finora succedute abbiano determinato sollievo o aggravamento”. Bisogna che “le competenze migliori cooperino in uno sforzo solidale e così ogni istituzione”, affinché “si possa vedere e toccare il rilancio dell’occupazione e dell’economia; rilancio per il quale la gente ha accettato sacrifici anche pesanti”.

I fondamenti dell’umano.

Parlando delle prossime elezioni, il cardinale ha evidenziato che “la biopolitica è oramai una frontiera immancabile di qualsiasi programma. Francia, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti…, per limitarci a questi soli Paesi, ci dicono che non si può far finta di accantonare i problemi quando sono semplicemente nodali nelle società post-moderne”. Infatti, “parlare di vita, salute, malattia, stati cosiddetti vegetativi, dolore, previsione infausta, medicina palliativa, invasività delle diagnosi, disabilità, rapporto medico-ammalato, ma anche di medicina e bilancio dello Stato, obiezione di coscienza, politica dei trapianti… significa affrontare temi cruciali che tali saranno sempre di più”. Insieme a quello “scandaloso” dell’aborto, della maternità surrogata, dell’eutanasia attiva o passiva. Per il presidente della Cei, “lasciar andare alla deriva la vita fragile, che non ha neppure la voce o il volto da opporre per affermare se stessa, rivela un’autocomprensione efficientista e arrogante dello Stato, una sua inquietante carta d’identità, pur se il tutto è spesso motivato con ragioni alte”. Secondo il card. Bagnasco, “quando si giunge di fronte alla grande porta dei fondamentali dell’umano, non è possibile il silenzio da parte di alcuno, persone e istituzioni: si è arrivati al ‘dunque’. Reticenze o scorciatoie non sono possibili: bisogna dire il volto che si vuole dare allo Stato, se è una famiglia di persone o un groviglio di interessi”.

Uno di noi.

Parlando dei valori non negoziabili, il porporato ha manifestato apprezzamento per la campagna “Uno di noi”, che “partirà prossimamente e vuole portare nelle sedi comunitarie l’istanza della vita, senza più selezioni”, mentre “stupisce che si programmi fin d’ora di discostarsi da essi, quale passaggio necessario per ‘entrare’ a pieno titolo nell’Europa evoluta”. Ma, si è chiesto il cardinale, “l’evoluzione e il progresso consistono nel negare i valori umani? E perché dovremmo noi inseguire e copiare qualcuno che, abdicando ad essi, si è allontanato dal circuito valoriale ed è entrato in un assolutismo del relativo, del precario, del soggettivo, rischiando di congedarsi dalla storia?”. E ancora: “Perché si dovrebbe ‘contenere’ l’Europa – per altro necessaria – quando avanza pretese esigenti sul fronte – ad esempio – delle regole sul lavoro, ed assecondarla invece quando vorrebbe decidere dell’equilibrio esistenziale della nostra umana esperienza?”. Come vescovi, “sentiamo di dover far nostro l’invito proveniente oggi anche da soggetti insospettabili, di non lasciarci dividere dal secolarismo piegato in versione nichilista”.

La porta stretta.

Qualche giorno prima dell’inizio del Consiglio permanente, ed esattamente il 24 gennaio è stato presentato a Roma il volume del card. Bagnasco, “La porta stretta”, che raccoglie le prolusioni del suo primo quinquennio di presidenza della Conferenza episcopale italiana. In un’intervista al direttore del Sir, Domenico Delle Foglie, il cardinale ha osservato che “il cristiano non può limitarsi ad una concezione del bene solo individuale, ma deve agire perché si allarghi il bene comune, cioè la possibilità offerta a tutti di realizzare pienamente se stessi. In questo senso la politica, talora ridotta da alcuni ad una ricerca del proprio tornaconto, ritrova la sua ragion d’essere”. Nell’intervista il cardinale ha anche espresso l’auspicio che all’interno del mondo cattolico crescano “vocazioni” ad “un impegno disinteressato” che “punti a costruire una nuova stagione di impegno ai valori della vita e della solidarietà”.