Essere ricchi e non saperlo

La Svezia, tra i paesi europei più virtuosi in tema di rifiuti lasciandone inutilizzati solo l’1%, deve importare immondizia per soddisfare il fabbisogno dei suoi inceneritori di ultima generazione grazie ai quali il paese scandinavo genera energia sufficiente ad assicurare il 20% del fabbisogno nazionale e fornisce elettricità a 250mila famiglie su 4,5 milioni totali, come riportato dallo Swedish Waste Management. Attualmente la Svezia ricicla il 36% dei rifiuti, ne avvia al compostaggio il 14% e ne brucia il 49%, valori ottimali rispetto alle medie europee.

Tanta efficienza ha però generato un virtuosismo dalla doppia faccia: il problema legato all’incenerimento dei rifiuti è proprio l’approvvigionamento della materia prima. Stoccolma ha cominciato così a importare immondizia per poter mantenere a regime gli impianti di bruciatura. Il problema è che la capacità svedese di bruciare immondizia è doppia rispetto alla quantità trattata: quando un inceneritore non funziona a pieno regime, la perdita di denaro è enorme poichè la temperatura va tenuta costante, come spiegato dall’Agenzia svedese di protezione ambientale. Per questo motivo la Svezia vorrebbe comprare rifiuti da paesi come l’Italia, Romania, Bulgaria e altri paesi Baltici, poichè in queste nazioni sono immagazzinati grandi quantità di immondizia inutilizzata.

In tutta Europa infatti, è noto il gravissimo problema italiano delle ormai croniche emergenze in Campania e Sicilia e la stessa questione della discarica romana di Malagrotta. Per questo, da Oslo e Stoccolma arriva un appello: “mandateci i vostri rifiuti”. Gli studi dell’autorità svedese per lo smaltimento dei rifiuti sostengono che i termovalorizzatori permettono al regno di risparmiare 1,1 milioni di barili di petrolio all’anno rendendo la termovalorizzazione una tra le tecniche per abbattere i gas serra. I prezzi di mercato parlano di 100-150 euro la tonnellata, a seconda che la spazzatura sia umida o secca e, per quanto la spazzatura sia sporca, il suo smaltimento a caldo permetterebbe di risparmiare alla Terra 500 kg di anidride carbonica.

Qualsiasi italiano abbia viaggiato da Stoccolma a Goteborg sarà rimasto colpito dalle indicazioni esposte nei bagni pubblici, dove si può scegliere di riciclare la propria pipì ad esempio trasformandola in fertilizzante scegliendo uno o l’altro tasto di scarico. Anche nella maggioranza delle abitazioni private, poi, è in uso un sistema che separa subito il solido dal liquido per meglio riciclarlo. La Svezia è in grado di dare esempi a tutta la Ue anche in tema di riciclaggio di rifiuti elettronici dai frigoriferi ai frullatori: la quota di riciclaggio per abitante è di 16 , 5 chili. In Italia siamo a quasi 3 Kg procapite. Grazie a questo sistema la Svezia riesce a recuperare 75.000 tonnellate di ferro, 41.000 di vetro , 8.000 di plastica, 5.000 di alluminio e 3.000 di rame.

L’ultima relazione sulla gestione dei rifiuti urbani riferita ai 27 paesi membri della Ue promuove a pieni voti Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e appunto la Svezia. Tutti questi paesi dispongono di sistemi completi di raccolta dei rifiuti e meno del 5 per cento del totale finisce in discarica. Bocciati o rimandati invece Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e naturalmente Italia.