E procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato

L’antico e venerando inno “Veni creator Spiritus” – Vieni Spirito Creatore! – può assolvere magnificamente il compito di dispiegare davanti al nostro sguardo la magnificenza e l’unità profonda di tutto il piano della salvezza, dalla creazione al ritorno finale di tutte le creature in Dio. Nell’inno il Paràclito è visto, nello stesso tempo, come Spirito della creazione (“Spirito creatore”) e come Spirito della redenzione e della grazia (“Riempi di grazia celeste i cuori che hai creato”). Lo Spirito Santo è all’opera sia nel mondo sia nella Chiesa.

Quando diciamo: “Crediamo in te, che sei lo Spirito del Padre e del Figlio”, l’oggetto non è una dottrina, ma una persona, lo Spirito Santo stesso. Noi crediamo “nello” Spirito.

Credere nello Spirito Santo! Che cosa vuol dire? Affermare che il Paràclito è “lo Spirito del Padre e del Figlio”, per un fedele discepolo di S. Agostino come era S. Rabano Mauro, l’autore del “Veni creator”, significava credere che egli è l’amore reciproco tra Padre e Figlio, il bacio, l’abbraccio scambievole pieno di gaudio e di felicità, e che, grazie a lui, l’uomo si trova incluso, in qualche modo, dentro questa stretta e questo bacio del Padre e del Figlio.

Questo dovrebbe significare anche per noi oggi dire: “Credo nello Spirito Santo!”. Non solo credere “nell’esistenza” di una terza persona nella Trinità, ma anche credere “nella sua presenza” in mezzo a noi, nel nostro stesso cuore. Credere nella vittoria finale dell’amore. Credere che lo Spirito Santo sta conducendo la Chiesa alla piena unità, come la sta conducendo alla piena verità. Credere nell’unità finale di tutto il genere umano, anche se tanto lontana e forse lasciata solo agli “ultimi tempi”, perché è Lui che, in Cristo Gesù, guida la storia e presiede al “ritorno di tutte le cose a Dio” (cf Col 1,15-20; Ef 1,10).

Credere nello Spirito Santo significa dunque credere nel senso della storia, della vita, nel compimento delle speranze umane, nella piena redenzione del nostro corpo e del corpo più grande che è l’intero cosmo, perché è Lui che lo solleva e lo fa gemere, come tra le doglie di un parto.

Credere nello Spirito Santo significa adorarlo, amarlo, benedirlo, lodarlo e ringraziarlo, come vogliamo fare nella nostra vita in cui abbiamo intrapreso l’avventura di una “piena immersione” nel Battesimo, “nell’acqua viva, nella sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (cf Gv 4,11.14).

(da: Il canto dello Spirito. Meditazioni sul Veni Creator)

Per gentile concessione della casa editrice Ancora.