È Ognissanti, mica Halloween!

Si sta affermando una tendenza per certi versi allarmante: è in sensibile diminuzione la frequentazione dei cimiteri, da parte degli italiani, che sembrano invece gradire l’adesione (acritica ed incondizionata) ai festeggiamenti di Halloween.

Lasciamo ai sociologi le macrointerpretazioni, per limitarci ad osservare ciò che accade nella nostra città e, segnatamente, nel nostro cimitero.

Anche qui, nei colombai dell’ala moderna inaugurata all’alba del terzo millennio così come sotto le arcate del complesso monumentale ottocentesco, la memoria dei defunti non è più affidata soltanto ai fiori ed alle luci perpetue.

Alle immagini sacre ed alle epigrafi di un tempo si sono dapprima sostituite le fotografie, poi quasi impercettibilmente si sono aggiunte le decorazioni più astruse e distanti dalla sensibilità cristiana, con un continuo, insistito richiamo alla materialità della vita terrena.

Ai tempi del regime sovietico, piccoli giocattoli e pacchetti di dolci venivano depositati sulle tombe del cimitero monumentale di Leningrado, come segno di affettuosa memoria per i tanti bambini strappati alla loro infanzia durante i quindici mesi del terribile assedio subito dalla città durante il secondo conflitto mondiale.

D’altro canto, l’archeologia ci consegna con i depositi funerari delle necropoli le testimonianze più autentiche e vivaci della cultura materiale dei popoli antichi.

Si è dunque saldato un anello, in un eterno ritorno di ritualità, secondo la suggestione comparativa già un tempo vagheggiata ed esperita da Ugo Foscolo nell’avvio del suo Carme dei Sepolcri?

La secolarizzazione che connota il nostro tempo sembra aver eroso anche il legame fra il vivo e il morto, tanto saldo per i nostri antenati Sabini e Romani che innalzavano cippi e sepolcri ai margini delle città, lungo le consolari perché i viatores potessero onorare la memoria dei defunti, tanto sacro per i cristiani dei primi secoli, che ebbero nelle catacombe i loro primi luoghi di culto, e per coloro che li seguirono nella fede nei secoli a venire.

Non lasciamo questi primi giorni del mese di novembre senza compiere anche noi il rito antico e sobrio dell’omaggio ai defunti.