Una lente sul “Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti”

«Occupiamoci del Ttip prima che il Ttip si occupi di noi!». È la sintesi di quanto è emerso nel corso dell’incontro pubblico di ieri 26 febbraio promosso dalla Flai e dalla Cgil di Rieti Roma Eva. 

Sono intervenuti alla iniziativa il deputato Adriano Zaccagnini, il Sindaco di Rieti Simone Petrangeli, il Presidente della Camera di Commercio di Rieti Vincenzo Regnini, Pietro Ruffolo del Dipartimento Internazionale della Flai Cgil, Monica Di Sisto, giornalista, portavoce nazionale di Stop Ttip Italia, la C.I.A. di Rieti il capogruppo di opposizione al comune di Scandriglia, G. Povegliano, oltre a diversi “semplici cittadini”. L’onorevole Oreste Pastorelli, impegnato fuori Rieti, ha inviato un contributo scritto agli organizzatori. Rigorosamente assenti, ancorché invitati, i partiti politici, gli amministratori dell’area vasta, praticamente tutte le associazioni datoriali e la stampa.

Di cosa si tratta

Il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (in inglese Transatlantic Trade and Investment Partnership, Ttip), inizialmente definito Zona di libero scambio transatlantica (Transatlantic Free Trade Area, Tafta), è un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato dal 2013 tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America.

L’obiettivo proposto è quello di integrare i due mercati, riducendo i dazi doganali e rimuovendo in una vasta gamma di settori le barriere non tariffarie, ossia le differenze in regolamenti tecnici, norme e procedure di omologazione, standard applicati ai prodotti, regole sanitarie e fitosanitarie. Ciò renderebbe possibile la libera circolazione delle merci, faciliterebbe il flusso degli investimenti e l’accesso ai rispettivi mercati dei servizi e degli appalti pubblici.

Se il progetto andrà in porto, sarà creata la più grande area di libero scambio esistente, poiché UE e USA rappresentano circa la metà del PIL mondiale e un terzo del commercio globale. L’accordo potrebbe essere esteso ad altri paesi con cui le due controparti hanno già in vigore accordi di libero scambio, in particolare i paesi membri della North American Free Trade Agreement (Nafta) e dell’Associazione europea di libero scambio (Efta).

L’accordo è costituito da 24 capitoli suddivisi in 3 parti, le cui direttive di negoziato sono state declassificate su impulso italiano e rese pubbliche dalla Commissione europea nell’ottobre 2014. Sono state iniziate delle pubbliche consultazioni online su alcuni temi di rilievo. La commissione ha pubblicato sul suo sito una panoramica in cui si illustrano i contenuti salienti del TTIP.

Del Ttip si è occupato anche la trasmissione televisiva Report.

Il convegno

Particolarmente sentito è stato l’intervento del Sindaco Petrangeli, riferendosi anche ai possibili risvolti di un Ttip sbagliato sull’intera sfera delle persone, individualmente e collettivamente intese, a cominciare dal tema della salute, della alimentazione, del “sistema” democratico. Insomma la portata di questo trattato è tanto potenzialmente violenta per le ricadute sulla vita di ciascuno di noi quanto superficialmente ignorata da chi dovrebbe occuparsene, per sensibilità politica o perché portatore di interessi da tutelare.

Per fortuna qualche cosa si sta muovendo, oggi 27 febbraio il movimento no Ttip tiene cinque incontri contemporaneamente in tutta Italia, le cosiddette macroregionali, incontri che dal Piemonte alla Sicilia coinvolgeranno le diverse Associazioni Italiane in una discussione sul Ttip e, è notizia dei giorni scorsi, il consorzio del Chianti, ha pubblicamente preso posizione contro Il Ttip sui contenuti che sono trapelati e per come si sta svolgendo.

La campagna di sensibilizzazione sul tema continua e coinvolge tutta la Cgil, per assolvere ad un semplice compito civico in una vicenda che sempre per dirla con le parole di Petrangeli, «è come quando si decide il destino urbanistico di una città, se gli indirizzi sono sbagliati, quando i cittadini ne percepiranno e capiranno le conseguenze sarà troppo tardi per cambiare». Per ciò continuiamo a sollecitare tutte le sensibilità della nostra società civile ad occuparsene e a darsi da fare, prima che sia tardi!