Europa

Due anni fa l’incendio della cattedrale di Notre Dame

Crollò la grande guglia centrale e due terzi del tetto, il simbolo della cristianità in Francia andò in fumo e fu uno choc per il mondo: la messa in sicurezza della cattedrale è quasi completata, i lavori di restauro veri e propri non sono ancora cominciati

Le cause dell’incendio non sono ancora certe, ma dalle indagini svolte nei mesi successivi erano emerse due ipotesi prevalenti: un cortocircuito elettrico o un mozzicone di sigaretta spento male, da cui poi divampò il fuoco che bruciò il sottotetto della chiesa, la cosiddetta “foresta”, fatta di enormi travi di quercia che si incrociavano con scale e passatoie. Il fuoco raggiunse la flèche, la grande guglia posta sopra l’incrocio fra transetto e navata centrale, che dopo circa un’ora crollò davanti agli occhi e ai telefoni che filmavano l’accaduto di migliaia di persone assiepate lungo la Senna. Il vescovo Eric Aumônier, già ausiliare di Parigi ed emerito di Versailles, del Comitato di restauro, rivolge il suo pensiero alla riproduzione della statua della Vergine al pilastro che invita tutti a pregare davanti alla cattedrale.

Macron: reggeremo e ricostruiremo

Il presidente francese Emmanuel Macron aveva promesso che il restauro della cattedrale, uno dei monumenti più importanti della Francia, si sarebbe concluso entro il 2024, anno in cui Parigi ospiterà i Giochi Olimpici. Fin da subito quell’obiettivo era parso a molti irrealistico. A distanza di due anni, si reca sul posto insieme alla ministra della Cultura, Roselyne Bachelot, e traccia un parallelo tra il cantiere e la mobilitazione del Paese contro il coronavirus. “Queste grandi sfide ci ricordano che siamo una nazione vivente che ha sempre cose da ricostruire e da fare”. Mostrano “la capacità del popolo francese a unirsi, a superarsi, quando accade il peggio”, le sue parole: “Reggeremo e ricostruiremo”. Su Notre-Dame – ha precisato – “l’impegno del 2024 verrà mantenuto. Rispetteremo i cinque anni” promessi per la ricostruzione.

Gli auspici di riapertura nel 2024

La Ministra francese della Cultura, Roselyne Bachelot, ha assicurato che la cattedrale sarà riaperta nel 2024, con il Te Deum già fissato al 16 aprile. Ha aggiunto che la sottoscrizione pubblica per raccogliere i fondi necessari alla ricostruzione ha permesso di raggiungere una somma sufficiente per portare a termine il cantiere, con donazioni e promesse di donazioni per un totale di 833 milioni di euro.

Il Rettore: il restauro durerà molto a lungo

Molto più prudente è il Rettore della cattedrale, Patrick Chauvet, le cui stime, espresse all’inizio di aprile, parlano addirittura di 15 o 20 anni. All’indomani dell’incidente, il primo ministro francese dichiarò l’apertura di un concorso internazionale di architettura per decidere come ricostruire la parte mancante dell’edificio: conforme all’originale oppure diversa? Si innescò un dibattito tenendo conto che in realtà la flèche era stata costruita già nell’Ottocento non rispettando i criteri estetici del tredicesimo secolo, indebolita dalle intemperie. Finora il lavoro principale svolto è stata la rimozione dei ponteggi che erano stati allestiti intorno alla cattedrale nel 2018 per un’operazione di restauro e rimasti anch’essi danneggiati nell’incendio. Le impalcature, montate per pulire dai residui dello smog la parte esterna della flèche, resistettero comunque al fuoco.

1500 querce per rifare il tetto

Si prevede che i lavori veri e propri di restauro possano iniziare solamente nel 2022, e comprenderanno diversi cantieri per la ricomposizione delle parti dell’edificio crollate, per la pulizia delle cappelle e del grande organo a canne, per il restauro delle vetrate e poi ovviamente per il rifacimento della guglia, del sottotetto e della parte di volta distrutta. La ricostruzione della struttura in legno ha implicato un lungo lavoro di ricerca di querce nelle foreste francesi: si stima che siano in tutto 1.500 quelle necessarie. Dopo essere stati tagliati, i tronchi, di dimensioni ben precise, devono asciugare per 12-19 mesi prima di poter essere lavorati e quindi trasformati in travi. Al momento ne sono stati tagliati circa un migliaio, e altri verranno abbattuti entro il marzo 2022.

da Vatican News