Politica

Draghi al Senato: «Siamo in trincea, stop rivalità politiche»

Il premier: nello spirito repubblicano la cittadinanza viene prima dell'appartenenza. Recovery sarà più «green». Nel discorso riferimenti a papa Francesco, Caritas e Terzo settore

«Il primo pensiero che vorrei condividere riguarda la nostra responsabilità nazionale per combattere con ogni mezzo la pandemia. Siamo in trincea». Sono le prime parole del nuovo premier Mario Draghi all’aula del Senato. Parole accompagnate dall’ammissione dell’«emozione» del momento, dal pensiero alle vittime del virus e a chi sta pagando un caro prezzo economico e sociale, in particolare i giovani e le donne. Draghi poi ringrazia Mattarella e il predecessore Conte: quando cita l’ex premier, a Palazzo Madama scattano i primi brusii. Immediatamente parole chiare sull’irreversibilità dell’euro e nuove cessioni di sovranità per una maggiore integrazione europea. «Fuori dall’Europa c’è meno Italia». Anche qui, qualche brusio sulla parte destra dell’emiciclo. Una leggera incrinatura del tono di voce Draghi la mostra sul finale del discorso, quando sembra davvero molto emozionato: «Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento. E’ un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia».

IL TESTO INTEGRALE

Nel discorso di 13 cartelle, Mario Draghi cita esplicitamente papa Francesco: “Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”. Il premier, nel rendere conto della pandemia sociale, ricorda i dati Caritas: «I dati dei centri di ascolto Caritas, che confrontano il periodo maggio-settembre del 2019 con lo stesso periodo del 2020, mostrano che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che oggi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta».

Nell’illustrare poi le modifiche al Pnrr, Draghi assicura che «chiariremo il ruolo del terzo settore e del contributo dei privati al Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso i meccanismi di finanziamento a leva (fondo dei fondi)».

Non si sottrae, Draghi, alla questione politica che accompagna il suo governo: «Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità. Nei momenti più difficili della nostra storia, l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili. Perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere della cittadinanza. E noi oggi, politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo siamo tutti semplicemente cittadini italiani, onorati di servire il proprio Paese, tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato. Questo è lo spirito repubblicano del mio governo».

Quanto alle prospettive del governo, Draghi prova ad alzare il tiro: «La durata dei governi in Italia è stata mediamente breve ma ciò non ha impedito, in momenti anche drammatici della vita della nazione, di compiere scelte decisive per il futuro dei nostri figli e nipoti. Conta la qualità delle decisioni, conta il coraggio delle visioni, non contano i giorni. Il tempo del potere può essere sprecato anche nella sola preoccupazione di conservarlo. Oggi noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra, la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione. Sono certo che anche a questa Nuova Ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto. Questa è la nostra missione di italiani: consegnare un Paese migliore e più giusto ai figli e ai nipoti».

Il ricordo di Franco Marini

La sessione di fiducia al Senato inizia con il ricordo emozionato, letto dalla presidente Casellati, di Franco Marini, ex presidente del Senato, ex ministro del Lavoro, leader storico del popolarismo e del cattolicesimo democratico ed ex segretario della Cisl.

La preparazione del discorso

I vaccini e il superamento della pandemia. La ripresa economica, con enfasi sull’ambientalismo e la tutela del lavoro. L’occasione del Recovery fund da sfruttare per rilanciare il Paese, a partire dalle infrastrutture. L’europeismo e l’atlantismo come linee guida per la politica estera. Le riforme, ovvero fisco, giustizia civile e Pa. Ma soprattutto necessità di lavorare uniti e compatti per un fine unico che è il bene del Paese e non delle singole forze politiche, nel momento più critico della sua storia dal Dopoguerra. Sono i punti chiave del discorso cui Mario Draghi sta lavorando senza sosta da giorni per il suo esordio in Parlamento.

L’ex presidente della Bce è atteso mercoledì mattina in aula al Senato, giovedì alla Camera: i numeri non sono un problema, si preannuncia una maggioranza bulgara per la fiducia al governo. Ma il discorso ha un’importanza fondamentale perché servirà a capire il progetto di Draghi.

A fianco a Draghi ci saranno i ministri, ma non tutti e 23: non per motivi politici ma sanitari. Troppi infatti per sedere tutti insieme ai banchi del governo. i componenti della neonata squadra si alterneranno – mantenendo sempre la rappresentanza dei vari partiti – sia al Senato sia alla Camera per dare il loro supporto al premier.

Cosa accadrà oggi al Senato

Dalle ore 10 le comunicazioni del Presidente del Consiglio Draghi sulle linee programmatiche del Governo.
Dopo le comunicazioni, la seduta verrà sospesa per consentire al Presidente del Consiglio di recarsi alla Camera per il deposito delle linee programmatiche previsto alle ore 11.30.

La giornata sarà così articolata:
– 12.30-15.30 discussione generale (3 ore);
– 15.30-16.30 sanificazione;
– 16.30-19 seguito e conclusione della discussione generale;
– 19-20 sanificazione;
– 20-22 replica del Presidente del Consiglio e dichiarazioni di
voto;
– 22 inizio chiama voto di fiducia.

da avvenire.it