Dov’è la festa?

Chi capita nelle feste rionali o di paese, ha la possibilità di assistere ad un mutamento del costume, forse piccolo, ma indicativo.

Guardando alla piazza e all’immancabile orchestra da ballo, si vede facilmente che le coppie che si dedicano al divertimento spontaneo e popolare della danza sono ormai poche. In compenso, al loro posto, arrivano gruppi organizzati di ballerini, che prendono a fare sequenze di passi in sincrono.

Sono i frequentatori di scuole e corsi di ballo, che dopo aver esercitato il proprio talento durante l’inverno, lo mostrano al mondo – un po’ indifferente per la verità – delle feste popolari. Il mutamento di costume sta proprio in questo: questi balli, questi passi sempre uguali (due avanti, due indietro, due a destra, due a sinistra, tacco, punta e piroetta) non hanno nulla di popolare. Sono il prodotto di una industria, quella dei maestri-di-ballo-scuole-di-danza-orchestre, che ha tolto ogni spontaneità al divertimento della danza trasformandola in un programma stereotipato e in un investimento da far fruttare, tanto che questi gruppi li si vede girare di festa in festa.

Nulla di male, per carità, c’è solo da notare che questi divertimenti ormai non hanno più nulla a che fare con lo spirito delle feste.