Don Stanislao fa il suo ingresso a Casette. Mons Pompili: «Il parroco è come un padre»

«Viene a voi un padre. È un tipo silenzioso, che elabora molto dentro di sé. Fin quando questo lo farà per ascoltare Dio assecondatelo, ma cercate anche di stanarlo». È con queste raccomandazioni che il vescovo Domenico ha accompagnato, la scorsa domenica, l’ingresso nella parrocchia di Casette di don Stanislao Puzio.

Un impegno che il sacerdote ha accettato di aggiungere alla cura pastorale della parrocchia di Grotti e della comunità di Accumoli in trasferta forzata sulla costa adriatica a causa del terremoto. Un abbraccio di più realtà che, seppure in piccolo, può essere letto come una precisa indicazione per la comunità cristiana: un invito a mettere da parte qualche legittima rivendicazione e rivalità tra paesi per dare una lezione di fratellanza, di unità della fede.

«So bene che, quando si cambia guida, c’è sempre qualche contraccolpo» ha ammesso mons Pompili: «È un buon segno, perché vuol dire che i preti non passano senza lasciare alcuna traccia, ma lasciando dietro di sé una scia di affetti, relazioni e contatti, che peraltro non si distruggono, ma si rinsaldano e badano all’essenziale».

«Ed è bello che questi avvicendamenti di sacerdoti continuano – ha aggiunto ancora don Domenico – perché vuol dire che la cura di Dio per il suo popolo non si interrompe. Oggi mancano i padri, cioè dei riferimenti credibili. Alla comunità di Casette viene donato un padre, che avrete modo di conoscere».

Tanti suggerimenti prontamente fatti propri da don Stanislao, che, raccogliendo l’eredità di don Nicolae Zimfirache, ha ringraziato dell’affetto quanti lo hanno accolto a Casette e quanti lo hanno accompagnato da Grotti, Cittaducale e Accumoli. Non senza ricordare che la vera novità non è il cambio del parroco, ma la nascita di Gesù.