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Don Domenico: «Non si può star bene senza darsi pensiero del mondo che ci circonda»

Il Papa in preghiera dinnanzi a una piazza San Pietro vuota, dopo essere faticosamente salito per guadagnare l’atrio della Basilica. È partito da queste immagini potenti il vescovo, al termine della recita del rosario, per porgere a quanti erano collegati in streaming tre sottolineature dalla meditazione sul brano della “tempesta sedata” da parte del pontefice

Il Papa in preghiera dinnanzi a una piazza San Pietro vuota, dopo essere faticosamente salito per guadagnare l’atrio della Basilica. È partito da queste immagini potenti il vescovo, al termine della recita del rosario, per porgere a quanti erano collegati in streaming tre sottolineature dalla meditazione sul brano della “tempesta sedata” da parte del pontefice.

«Francesco – nota mons Pompili – ha sillabato tre verità: la prima è che ci siamo resi conto di trovarci la stessa barca. Lo avevamo forse dimenticato, ritenendo di cavarcela ognuno per sé, indifferenti al destino altrui. Ora che siamo invece posti ad un medesimo pericolo, non ci sono più differenze che tengano. E non è tanto la questione della “livella di Totò”, è una consapevolezza più profonda, per la quale non basta badare al proprio orticello».

Una seconda verità è la scoperta di una ingenuità: quella di pensare «di rimanere sempre sani in un mondo malato». Non si può infatti «credere di star bene senza darsi pensiero del mondo che ci circonda». E questo perché «c’è una connessione molto stretta non solo tra noi umani, ma anche con la natura in cui siamo immersi, che è l’ambiente vitale da cui dipende la salute di ciascuno».

L’ultima sottolineatura è che «davanti alla sofferenza si misura il vero sviluppo dei nostri popoli. Lo sviluppo non si misura soltanto in base al PIL, ma in base al grado di condivisione del dolore. In questi giorni, e per lungo tempo, avremo il bisogno di curare le ferite di questa tempesta. Allora si vede e si vedrà di che pasta siamo fatti».