Don Domenico: la Memoria è incrocio tra passato e presente che apre al futuro

Il 27 gennaio, in occasione del “Giorno della Memoria”, il vescovo Pompili ha incontrato gli alunni dell’Istituto Magistrale.

«La memoria è un motore dell’individualità umana. Finché io mi ricordo di te e tu ti ricordi di me, noi siamo noi. La memoria è il collante di ogni gruppo, e ciò che rende possibile uno scambio e una condivisione, oltre che una identità. È ciò che lega insieme passato e futuro. “Hanno tutti come me, un futuro nel passato”, scriveva il poeta Pessoa». Lo ha spiegato il vescovo Domenico agli studenti dell’istituto Magistrale durante l’incontro di ieri mattina aggiungendo che «La memoria richiede il racconto, perché chi ha visto ciò che non c’è più possa trasmetterlo. Per questo è così importante la sua trasmissione tra le generazioni». Occorre però che «la memoria non diventi semplicemente prigioniera del passato, ma sappia aprirsi al nuovo che ci riserva l’oggi».

Come quando si sfoglia un album di foto si incrociano due sguardi: quello del bambino che è raffigurato insieme alla sua classe delle elementari e quello dell’adulto che incrocia il ricordo di allora, cioè quello che oggi dice a lui quella foto, interpellandolo: ha saputo prendersi cura delle speranze di quel bambino? In fondo la memoria attiva un incrocio tra passato e presente che solo garantisce di non rimanere dentro una pura celebrazione e aprirsi alla progettazione.

«Anche la giornata della memoria non fa eccezione. Anzi – ha sottolineato mons. Pompili – rappresenta la sfida più importante da raccogliere». Infatti «non basta visitare i campi di concentramento, stordirsi con le immagini truculente dell’aberrazione umana, se poi non scatta lo sguardo sul presente che ci mette in relazione con quello che sta accadendo e che ha tragiche assonanze che non vogliamo riconoscere».

Ci vogliono insomma gli occhi del bambino di allora per incrociare il giovane di oggi e quel che vuol diventare. Per chiederci: stiamo davvero facendo di tutto perché drammi come questi non si ripetano?

«Il bambino di ieri di fronte al male e alle atrocità si erge con lo stupore più totale e il rifiuto più risoluto. “Così non dovrà più accadere”, dice il bambino all’adulto di oggi e lo inchioda alla sua responsabilità».

Foto di Massimo Renzi.