Chiesa di Rieti

Don Daniele, un uomo di parola e della Parola

Di fronte a tanti parrocchiani commossi, il vescovo Domenico ha presieduto a Corvaro le esequie di don Daniele Muzi

Un uomo di parola: è questo in sintesi il ritratto di don Daniele Muzi che il vescovo Domenico ha tracciato a Corvaro nel Lunedì dell’Angelo, presiedendo il funerale del sacerdote scomparso lo scorso 14 aprile. Il rito è stato celebrato all’aperto, all’esterno della chiesa di San Francesco. Un luogo che dal 1960 ha conosciuto la stabile presenza di don Daniele, un uomo che però non è mai stato fermo.

Al punto che il vescovo l’ha paragonato alle donne che corrono ad annunciare la risurrezione ai discepoli: «Don Daniele non si è mai fermato e ha camminato per il mondo. I suoi pellegrinaggi in Terra Santa, a Lourdes, a Fatima, sono stati innumerevoli e sempre con un apprezzamento generale da parte dei partecipanti per quel mix di giovialità e di profondità che emanava la sua persona».

Don Daniele è stato un prete “senza smancerie”, che non lasciava spazio al superfluo. «Non era un commerciante che accontentava, ma piuttosto uno che provocava e, all’occorrenza, irritava», ha ricordato il vescovo, aggiungendo al ritratto il costante e sincero interesse ai problemi della gente. Come quando «si preoccupava del lavoro che coincise con la costruzione della Roma/L’Aquila, di cui condivise gioie e dolori».

Di monsignor Muzi don Domenico ha ricordato anche l’impostazione educativa, che è stata «concreta, favorendo spazi di aggregazione come il teatro con cui ha accompagnato intere generazioni di giovani ed adulti». E poi «il suo tratto gentile, ma fermo, ne hanno fatto un vero “padre”, anche quando non era più parroco».

Don Daniele era uno che parlava volentieri, ma mai a vuoto: «È stato uno che è andato al sodo e non ha mai inseguito le chiacchiere che non mancano mai. Preferiva restare concentrato su quello che era importante per Borgorose e per la Chiesa».

«Ora siamo qui tutti insieme a dirgli grazie», ha detto il vescovo concludendo il ritratto di mons Muzi con le parole del salmo: “Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto al Signore: Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita”.