Chiesa di Rieti

Domande a cui può rispondere solo la fede

«Che ne sarà di me al momento della morte? Che ne è della mia vita, della mia persona? E della storia del mondo? Ci sarà Dio che chiarirà tutto ciò che è accaduto? A queste domande non può dar seguito né la scienza, né la filosofia, ma soltanto la fede, di cui ascoltare la rivelazione», ha detto il vescovo Domenico durante la riflessione di ieri sera

«Finora i disastri erano sempre altrove». È così che ha esordito il vescovo Domenico, durante la riflessione del dopo rosario di ieri sera.

«Che si trattasse delle Torri Gemelle o dello Tsunami o della guerra in Medio Oriente, erano sempre distanti dal nostro mondo e questo bastava a darci sicurezza. La morte, ovviamente, c’era, ma il mondo del consumo e del piacere riusciva ad occultare la paura della morte. Un’intera generazione in Italia è cresciuta in questo mondo superficiale, e non ne conosce altri. Tutto questo adesso è cambiato. La morte è al centro del palcoscenico. E con la morte tornano a galla alcuni interrogativi intorno alla finitezza della nostra esistenza e intorno al senso della nostra vita. Ma la domanda delle domande resta sempre la stessa: cosa c’è dopo la morte?».

Intanto, grandi e piccoli continuano a porsi la stessa domanda: E dopo?

«Noi l’abbiamo censurato questa domanda, ritenendola superflua o, peggio, inutile. Chi, peraltro, non ha rinunciato per partito preso ad indagare, si è dato varie risposte. C’è chi pensa di sopravvivere nelle discendenze, come nella sentenza oggi assai in voga: Chi vive nel ricordo dei suoi cari non è morto, è solo lontano; muore soltanto chi è dimenticato.

«C’è, poi, chi tende a dar credito a sempre nuove reincarnazioni secondo la logica del karma, in modo da tenere sempre aperta la porta a nuove possibilità. E, ancora, c’è chi punta a dissolversi nell’universo, affascinato dall’idea che l’essere umano sia una cosa sola con tutto ciò che esiste, con le stelle, le pietre, le piante, gli animali, con il cosmo intero. Infine, c’è pure chi desidera solo spegnersi senza dolore perché non si deve temere la morte: Quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo più , come scrisse il filosofo greco Epicuro».

«Tutte queste risposte però non toccano quel che ci sta più a cuore: che ne sarà di me al momento della morte? Che ne è della mia vita, della mia persona? E della storia del mondo? Ci sarà Dio che chiarirà tutto ciò che è accaduto? A queste domande non può dar seguito né la scienza, né la filosofia, ma soltanto la fede, di cui ascoltare la rivelazione», ha concluso monsignor Pompili.

«È quello che faremo nelle prossime sere perché la domanda delle domande non può essere archiviata. Pena la nostra umanità dissolversi».