Disobbedire all’ordine

4 ottobre, san Francesco. Sabato scorso il calendario dei santi si è fermato sul patrono d’Italia. Come ha dimostrato la scelta del Papa, l’attualità del poverello di Assisi non ha bisogno delle ricorrenze per essere affermata. E infatti prendiamo al balzo questa data solo per cercare una, personalissima e crediamo inedita, definizione del “nostro” Santo.

Per diventare san Francesco, Giovanni (questo il suo nome di battesimo) ha disobbedito. Al padre, alle consuetudini, a se stesso certamente, ma soprattutto all’ordine, al suo ordine di grandezza. Nel doppio significato che questa espressione può assumere di dimensione e ambizione forzata. L’uomo è uscito dai sui binari: sociali, economici, culturali e spirituali. Fino a superare le stesse leggi della natura umana, almeno per come queste ci si impongono.

E l’andare oltre ha sempre bisogno di un mezzo: l’umiltà è lo strumento che il santo ha usato a tale scopo. L’unica strada possibile per raggiungere contemporaneamente purezza e bontà. Rivoluzione è forse un termine inadeguato e insufficiente per descrivere una tale opera, perche indica il semplice cambiamento dell’ordine costituito. Per crearne uno nuovo bisogna distruggere quello a cui si appartiene. Disobbedire appunto.

P.S. A proposito di ricorrenze, con il numero di questa settimana è esattamente un anno che scriviamo insieme gli articoli per la rubrica “Note dall’Informagiovani”. Quindi con l’occasione ci sentiamo di ringraziare l’ufficio Informagiovani, «Frontiera» e il direttore, ma soprattutto i lettori che ogni settimana ci dedicano almeno un clik.

di Caterina D’Ippoliti e Samuele Paolucci