Disabilità e commercio: ci sono lacci e lacciuoli?

Chi è costretto ad affrontare la città su una sedia a rotelle trova difficoltoso entrare nei locali commerciali: fin troppi sono privi di scivolo. Interrogati sul problema gli esercenti rispondono in gran parte che è colpa dell’Amministrazione Comunale: con i suoi vincoli e cavilli impedisce la messa in opera di strutture idonee.

È verosimile, ma andrebbe ammessa anche una certa mancanza di volontà degli stessi commercianti. Dopo tutto non sembrano particolarmente interessati ad investire risorse su tale problema. Eppure non sarebbe volontariato, gesto gratuito, moto del cuore. C’è un sano, solido, tangibile ritorno fiscale.

Si dirà che in ogni caso – nonostante le leggi che pure ci sono e disciplinano la materia – il numero dei clienti disabili non giustifica l’opera. Come se la decenza dipendesse dal mercato!

E poi ecco un’altra posizione miope. Le stesse difficoltà di una persona sulla sedia a rotelle le incontrano le mamme (e i papà) con il passeggino: quelle non mancano e di solito spendono. Rieti è una città vivibile sotto tanti aspetti, ma portare a spasso il proprio bambino è una specie di incubo. Non solo per l’invadenza delle auto (a proposito, chi è che vuole i parcheggi fin sotto la vetrina?) ma anche per la mancanza dei più semplici accorgimenti.

E ci vorrebbe poco. Basterebbe che l’Amministrazione Comunale, le associazioni di categoria ed i cittadini che maggiormente affrontano i disagi si incontrassero per trovare una soluzione condivisa. Di sicuro, con un po’ di buona volontà si possono superare i soliti cavilli burocratici a tutto vantaggio di chi si muove sulle ruote, ma senza motore.

C’è quindi da rinnovare un appello alle istituzioni affinché promuovano le giuste strategie.

Dopo tutto è imperaivo: dove ancora ci sono barriere architettoniche non si deve intervenire per rimuoverle! Non c’è da far polemica. Si tratta di una constatazione che guarda alla realtà e propone quello che sembra, almeno al buon senso, un modo civile di vivere.

Nessuno dovrebbe prendersela davanti alla denuncia di situazioni oggettivamente problematiche, sgradevoli, inopportune. L’amore per la città, che tutti dicono di avere, esige che si intervenga per far sì che le contraddizioni vengano tolte, i problemi risolti, le criticità superate. O no?