Diritti nel web? Finalmente

In Italia “pieno riconoscimento di libertà, eguaglianza, dignità e diversità”

“Dichiarazione dei diritti in Internet”, questo il nome scelto per la proposta di Bill of Right dell’Italia. Il documento, disponibile dalla scorsa settimana sul sito della Camera dei Deputati, è il frutto del lavoro di questi mesi della Commissione ed è ora in fase di consultazione pubblica: nei prossimi mesi tutti potranno proporre modifiche o integrazioni. Sono bastati poco meno di due mesi e mezzo di lavoro ai 24 componenti della Commissione (11 parlamentari e 13 esperti del settore), guidati da Stefano Rodotà (giurista e politico, presidente dell’autorità per la protezione dei dati personali dal 1997 al 2005), per elaborare una bozza da sottoporre ai commenti di tutti gli interessati.

La “Dichiarazione dei diritti in Internet” italiana è fondata “sul pieno riconoscimento di libertà, eguaglianza, dignità e diversità di ogni persona”; “la garanzia di questi diritti – recita il preambolo – è condizione necessaria perché sia assicurato il funzionamento democratico delle Istituzioni, e perché si eviti il prevalere di poteri pubblici e privati che possano portare ad una società della sorveglianza, del controllo e della selezione sociale”. 14 i diritti sanciti nella Dichiarazione. (1) Riconoscimento e garanzia dei diritti: su internet devono essere garantiti i diritti fondamentali di ogni persona riconosciuti dai documenti internazionali, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, dalle costituzioni e dalle leggi. (2) Diritto di accesso: ogni persona ha eguale diritto di accedere a Internet in condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale. (3) Neutralità della rete: ogni persona ha il diritto che i dati che trasmette e riceve in Internet non subiscano discriminazioni, restrizioni o interferenze. (4) Tutela dei dati personali: ogni persona ha diritto alla protezione dei dati che la riguardano, per garantire il rispetto della sua dignità, identità e riservatezza. (5) Diritto all’autodeterminazione informativa: ogni persona ha diritto di accedere ai propri dati per chiederne l’integrazione, la rettifica, la cancellazione. (6) Inviolabilità dei sistemi e domicili informatici: senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, nei soli casi e modi previsti dalla legge, è vietato l’accesso ai dati della persona. (7) Trattamenti automatizzati: nessun atto, provvedimento giudiziario o amministrativo possono essere fondati unicamente su un trattamento automatizzato di dati personali volto a definire il profilo o la personalità dell’interessato. (8) Diritto all’identità: ogni persona ha diritto alla rappresentazione integrale e aggiornata della propria identità in Rete. (9) Anonimato: ogni persona può comunicare elettronicamente in forma anonima per esercitare le libertà civili e politiche senza subire discriminazioni o censure. (10) Diritto all’oblio: ogni persona ha diritto di ottenere la cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei dati che, per il loro contenuto o per il tempo trascorso dal momento della loro raccolta, non abbiano più rilevanza. (11) Diritti e garanzie delle persone sulle piattaforme: i responsabili delle piattaforme digitali sono tenuti a comportarsi con lealtà e correttezza nei confronti di utenti, fornitori e concorrenti. (12) Sicurezza in rete: la sicurezza in Rete deve essere garantita come interesse pubblico. (13) Diritto all’educazione: ogni persona ha diritto di acquisire le capacità necessarie per utilizzare Internet in modo consapevole e attivo. (14) Criteri per il governo della rete: ogni persona ha diritto di vedere riconosciuti i propri diritti in Rete sia a livello nazionale che internazionale.

Ora il documento è a disposizione di tutti gli interessati che dal 27 ottobre potranno formulare i loro commenti e le loro proposte attraverso la piattaforma Media Civici (http://camera.civi.ci/). L’obiettivo è di approvare un documento il più condiviso possibile. Un primo passo importante, anche se resta non risolto il nodo centrale: la Rete è globale e non segue i confini degli Stati. La “Dichiarazione dei diritti in Internet” italiana potrà diventare veramente garanzia dei diritti in Rete solo se supererà i confini del nostro Paese e diventerà anch’essa globale.