Chiesa di Rieti

Quando la distanza non ferma la devozione

La festa della Madonna delle Grazie a Cantalice è un appuntamento irrinunciabile. E se la pandemia obbliga a prudenza e restrizioni, si fa avanti la creatività unita alla tecnologia

«C hi avrebbe mai pensa­to che fosse successo tutto questo», dice Alessandro Galassetti, priore della Confraternita della Madonna delle Grazie di Cantalice. La domenica dopo Pasqua, come da antichissi­ma tradizione, il paese si stringe intorno alla sentitissima festa per la sua Madonna. La statua si tira fuori dalla nicchia della sagrestia, e poi dalla piccola chiesetta arroccata su una rupe viene portata in trionfo per le strade del paese, sulle spalle dei confratelli vestiti di bianco e azzurro.

Cambia tutto, ma non troppo

Nulla di tutto questo, stavolta. La pandemia stravolge la quotidia­nità, ma anche i riti e le tradizioni che vanno avanti da tempi che si perdono all’indietro. L’anno scorso, i festeggiamenti per i 150 anni dalla fondazione della Confra­ternita, creata da un gruppo di cittadini cantaliciani nel lontano 1869. Quest’anno, la Santa Messa seguita attraverso lo schermo di un computer. La statua processionale lignea, con le gote rosa, il prezioso manto e la corona in lamina d’oro, è rimasta al suo posto, dietro un vetro protettivo. Il suo spostamen­to dalla stretta sagrestia alla chiesa avrebbe richiesto la presenza di almeno quattro o cinque confra­telli, impossibilitati a mantenere la distanza di sicurezza a causa degli spazi angusti. Tutto è cambiato dunque, ma forse non troppo. È vero, non c’è la banda, non ci sono i saluti di parenti e amici riuniti sul sagrato, non ci sono i fuochi d’artificio e neppure la giornata di festa da vi­vere insieme ai propri compaesani, stretti nella devozione per Maria delle Grazie.

Intensi preparativi

Ma la fede e la tradizione resta­no, e non certo sarà un momen­taneo periodo di lontananza a farli dimenticare. Un confratello alla volta, munito di mascherina e guanti, è salito sulle ripide scalette che partono dalla piazza di Cantali­ce inferiore. La chiesa è stata pulita, anche se di certo tale lindezza non si vedrà attraverso uno schermo: “ma si doveva fare”. E c’erano anche i fiori sull’altare, gerbere bianche legate da nastri azzurri, offerte in dono alla Madonna da un fioraio amico.
Tutto quanto possibile è stato allestito, e alle 11 in punto la co­munità cantaliciana si è stretta in preghiera insieme al suo parroco don Gottardo Patacchiola, che ha celebrato la Santa Messa in onore della Vergine a porte chiuse, in diretta Facebook.

Giovani e tecnologia in soccorso del paese

Il paese si è attrezzato. Un “vociare” continuo e ricorrente, di telefono in telefono, di chat in chat, nei giorni precedenti: «Allora, dove la vediamo», «come si vede?». I più giovani sono corsi in aiuto dei più anziani, i meno avvezzi ai mezzi tecnologici si sono affidati all’aiuto dei più pratici. E nelle case di Cantalice non sono mancati gustosi pranzi domenicali composti di più portate, «perché la lasagna e il pollo arrosto con le patate io li ho sempre cucinati, il giorno della Madonna. E li faccio pure oggi».

Devoti e smarriti

Per i confratelli, un giorno del tutto anomalo. Bloccati appena possibile i preparativi per i festeg­giamenti pubblici, ma non certo la devozione: «Ci raccomandiamo sempre a lei affinché tutto questo passi, pregando sempre per i nostri tre concittadini positivi, per tutta la nostra comunità e tutto il resto del mondo», ha detto il priore. «Ab­biamo vissuto la preparazione di questa festa con uno stato d’animo smarrito, è mancato il solito clima festoso, ma siamo riusciti lo stesso ad accorciare le distanze e mante­nerci tutti idealmente uniti intorno alla nostra Madonna».

In casa, ma con saio e fasce azzurre

Niente processione, ma il saio e le fasce azzurre escono, ecco­me, dagli armadi e dai cassetti: i confratelli e le consorelle hanno voluto indossare ugualmente il loro simbolo di vicinanza e fede alla Madonna, per assistere alla Messa dall’interno delle proprie case. «Anzi, solitamente presi ed indaffarati da mille preparativi, quest’anno la celebrazione ce la siamo vissuta insieme alle nostre famiglie. Abbiamo ascoltato le pa­role del parroco con più attenzione e raccoglimento».

Il filo della comunità

Paradossalmente, come spesso accade quando si viene privati di ciò che spesso viene dato per scon­tato, la mancanza ha rinnovato la devozione e rinforzato i fili della comunità, pur se non espressi at­traverso sorrisi, abbracci e strette di mano, ma tramite chat e telefonate. «Sono cresciuta con questa festa – scrive Alessandra – e oggi anche se a 700 km di distanza sono riuscita a a sentirmi parte di una grande famiglia, grazie».

Affidati a Maria

Don Gottardo, durante l’omelia, ha rinnovato l’affidamento a Maria Santissima delle Grazie, riferi­mento di fede e amore per tutto il popolo di Cantalice. «Questo momento tristissimo sia un richia­mo a rinvigorire la nostra fede. E questa Madonna si onori sempre con i fatti, ogni giorno della nostra vita. Così come stanno facendo gli infermieri, i medici, il personale sanitario e le forze dell’ordine, ogni giorno in prima linea senza rispar­miarsi: persone che hanno sentito il loro dovere verso gli altri, come il Signore comanda».

Il saluto del vescovo

E non è mancato anche il messaggio di saluto inviato dal vescovo Domenico, che avrebbe dovuto presiedere, come ogni anno, la celebrazione liturgica: «Avrei dovuto esserci anch’io, oggi a Cantalice, per celebrare come ogni anno la Santa Messa in onore della Madonna delle Grazie. Sono sinceramente dispiaciuto per aver mancato l’appuntamento, ma sono anche lieto che la celebrazione liturgica si sia tenuta a beneficio di tutti. Ho notato con piacere che la Santa Messa celebrata da don Gottardo e trasmessa via social è stata molto seguita: questo rafforza e conferma la fede della comunità per Maria Santissima delle Grazie, alla quale ci affidiamo per chiedere la fine del difficile momento che stiamo vivendo, in attesa di tornare a festeggiarla insieme, con ancora maggior gioia e partecipazione. Viva la Madonna delle Grazie!».