Da oggi s’inaugura il 730 “precompilato”. Una rivoluzione a metà?

Nell’era digitale anche il fisco cambia faccia. Per 20 milioni di italiani il 730 “precompilato” è disponibile on line sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Per accedervi occorre il Pin e dev’essere presentato entro il 7 luglio. Un passo avanti verso il contribuente, anche se occorre verificare caso per caso i vantaggi e gli ostacoli introdotti con le nuove procedure.

È scattata l’ora X per il “Fisco 2.0”. Da oggi, per 20 milioni di italiani è disponibile il nuovo 730 “precompilato”. Dove? On line, e si può visualizzare sul sito dell’Agenzia delle Entrate se ci si è registrati e si è in possesso dei codici d’accesso (Pin e password di Fisconline o Pin dispositivo dell’Inps). Il modello può essere scaricato e stampato, ed entro il 7 luglio deve essere presentato.

“Inversione di marcia”. “Finalmente si assiste a un’inversione di marcia con la pubblica amministrazione, che non fa più il controllo a posteriori ma scrive ai cittadini per comunicare loro i rispettivi redditi”, ha dichiarato ad “Affari e Finanza” Cristiano Cannarsa, presidente e amministratore delegato della Sogei, la società che gestisce l’anagrafe tributaria (e dunque anche il 730 precompilato). Già, però l’operazione non è così semplice e immediata. Anche chi non la modifica, infatti, deve verificare e accettare la dichiarazione, pena incorrere in sanzioni per mancata presentazione oppure perdita delle detrazioni fiscali. Nel primo caso rientra chi ha avuto più redditi nel 2014 (ad esempio perché possiede immobili oltre alla prima casa, oppure ha avuto più datori di lavoro senza aver conguagliato le imposte dovute); nel secondo chi ha da portare in detrazione delle spese di cui il fisco è già a conoscenza (interessi passivi sui mutui, premi di assicurazioni vita e infortuni, contributi previdenziali e assistenziali, come pure crediti d’imposta e rate degli oneri sostenuti per la ristrutturazione della casa o per spese condominiali straordinarie).

Fra internet e i Caf. La presentazione può avvenire on line, oppure attraverso un Caf o un commercialista. E se 500mila contribuenti nelle ultime settimane hanno chiesto un Pin (ai quali vanno aggiunti 2 milioni di contribuenti che già usavano Fisconline, ma che probabilmente non rientrano nella “platea” del 730, e 4,5 milioni che hanno un Pin dell’Inps), secondo un sondaggio Confesercenti-Swg solo 1 contribuente su 4 farà da sé, mentre il 47% si rivolgerà al Caf e il 28% al commercialista di fiducia, con un costo medio di 45 euro (fonte “Il Sole 24 Ore”). C’è poi da tener conto che il precompilato 2015 nasce “zoppo” per la mancanza di una serie di dati. Uno su tutti le spese mediche (ma non compaiono neppure quelle per l’istruzione, le spese funebri, le erogazioni liberali e l’assegno al coniuge separato): considerato, però, che il 70% degli italiani usufruisce del 730 proprio per portare in detrazione questo genere di spese, va da sé che altrettante saranno le dichiarazioni da integrare e presentare modificate. “Questo sarà un anno di prova”, ha detto Cannarsa, ma è realistico pensare che tale “prova” perdurerà quantomeno anche nella dichiarazione del 2016, dal momento che non è ancora partita la tracciatura delle spese sanitarie. Anche qui, per modificare e presentare la dichiarazione, chi è fiscalmente e tecnologicamente esperto può far da sé (assumendosi la responsabilità di eventuali errori e conservando tutta la documentazione per controlli), oppure – come nel passato – rivolgersi a un intermediario (Caf o commercialista). Con alcune differenze.Occhio alle differenze. In primo luogo, il visto di conformità dell’intermediario esonera il contribuente da futuri controlli, ma questo porta da subito a un aumento delle tariffe proporzionale alla maggiore responsabilità di questi soggetti, che in caso di loro errore si troveranno a sborsare di tasca propria le tasse non pagate dal contribuente e le relative sanzioni. Se c’è, però, dolo del contribuente (ad esempio perché non ha dichiarato di aver affittato un appartamento, oppure ha dimenticato di esibire un reddito di lavoro), Caf e professionisti se ne lavano – giustamente – le mani e il fisco andrà a bussare direttamente alla porta del cittadino “infedele”. In secondo luogo, la maggiore responsabilità dell’intermediario con tutta probabilità si ritorcerà a svantaggio dell’utente in presenza di spese con interpretazioni dubbie. Un caso fra tanti? La ricevuta del medico specialista portata in detrazione senza il bollo (la cui mancanza non dovrebbe inficiare la validità della ricevuta ai fini della detrazione). Gli intermediari che si trovano davanti a una spesa “dubbia” preferiranno escluderla dagli oneri detraibili o deducibili piuttosto che rischiare una futura contestazione dell’Agenzia delle Entrate.

Costi e benefici. Ancora, non si potrà fare online il 730 congiunto. Nel caso che una coppia abbia necessità della dichiarazione congiunta, dovrà necessariamente rivolgersi – a pagamento – all’intermediario. Infine, tramonta di fatto il 730 “autocompilato”: rimane, infatti, la possibilità di compilare a mano il modello cartaceo, ma la presentazione al Caf per l’inoltro all’Agenzia delle Entrate non sarà più gratuita. Nel caso la dichiarazione venga fatta non per un obbligo, ma per solo per detrarre alcune decine di euro dalle imposte, è da valutare bene se ne vale la pena.