Cristiani uniti in preghiera

Quell’acqua viva che tutti cercano è qualcosa di superiore alle umane divisioni che hanno ferito la storia cristiana. Come alla donna di Samaria, incontrata al pozzo di Giacobbe, chiese da bere un po’ d’acqua per rivelarsi lui stesso come la vera acqua che disseta, così oggi Gesù manifesta ai suoi la sua “sete” di unità, perché possano riconoscere che solo lui è il senso pieno della vita e di ciò dare testimonianza al mondo. L’invito a diventare noi stessi “fontane” capaci di far sgorgare l’amore di Cristo, a saper scavare nel deserto del mondo dei “pozzi” che attingano la grazia, dimostrandosi “una cosa sola” in lui, torna forte nelle quattro riflessioni che fanno da risonanza al celebre brano evangelico del dialogo con la samaritana durante la celebrazione ecumenica del vespro che domenica scorsa ha raccolto in Cattedrale cristiani reatini di riti, appartenenze e tradizioni diverse. Ad accogliere i fratelli di diversa espressione linguistica, rituale o confessionale il pastore della comunità cattolica locale, che ha presieduto la preghiera, animata da don Marco (responsabile dell’ufficio missionario che nell’organigramma diocesano segue anche il discorso dell’ecumenismo). Dinanzi all’altar maggiore, il vescovo Delio Lucarelli era affiancato dal sacerdote che guida una comunità cattolica d’immigrazione di rito orientale, quella degli ucraino–cattolici, padre Yosafat Andriy Koval (che un paio di volte al mese raggiunge Rieti da Roma per celebrare con gli uniati provenienti dal Paese ex sovietico), così come dal pope che è alla guida della parrocchia dei rumeni ortodossi (che la stessa diocesi, in spirito di apertura ecumenica, ha voluto ospitare nella chiesa di S. Lucia), padre Constantin Holban, e da un pastore protestante, Daniele Benini, che guida la comunità reatina della Chiesa Avventista del Settimo giorno (che ha il suo centro di culto a Molino della Salce). Se a Rieti momenti di preghiera e di incontro dei cattolici “romani” con i cattolici orientali, con gli ortodossi o con gli avventisti non erano mancati in passato, una celebrazione ecumenica con tali presenze così radunate insieme ha costituito una novità. Ed è stato un momento molto intenso quello che domenica scorsa ha concluso la Settimana per l’unità dei cristiani. A scandire la preghiera, i testi proposti per la celebrazione ecumenica di tale Settimana, unitamente alla salmodia vespertina della Conversione di san Paolo secondo la liturgia latina. E dopo la proclamazione del brano evangelico, la speciale omelia “a quattro voci” con cui si è voluta raccogliere la “provocazione” di Cristo a ogni suo discepolo, prima di innalzare la preghiera di intercessione che ha visto alternarsi i rappresentanti delle rispettive comunità in lingua italiana, romena e ucraina.

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