Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita

Un giorno, “Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra” (Lc 10,21). L’azione dello Spirito è la sorgente di questa ondata di gioia che prorompe dal cuore di Cristo e lo spinge a benedire, lodare e ringraziare il Padre. Succede la medesima cosa nell’Apostolo Paolo quando scrive: “Per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo abbiamo, mediante la fede, l’accesso a questa grazia … saldi nella speranza della gloria di Dio … La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,2-5), o quando parla che è lo Spirito stesso che ci “attesta che siamo figli di Dio”, oppure dello Spirito che “viene in aiuto della nostra debolezza” e intercede per noi “con gemiti inesprimibili” (Rm 8,16.26). Paolo non fa astratte affermazioni di principio, ma cerca piuttosto di tradurre in parole qualcosa di cui ha fatto, e continua a fare nel suo cuore, un’esperienza che lo commuove. Non si tratta solo di un’esperienza solo individuale, ma collettiva. Espressioni come: “Dio ci ha donato il suo Spirito”, “Voi avete ricevuto lo Spirito”, “Lo Spirito di Dio abita in voi”, lasciano chiaramente intravedere un dato di fatto di cui tutti siamo consapevoli e convinti.

L’Apostolo parla dunque sia dello Spirito Santo sia della “grazia”, che è la vita divina in noi, come di qualcosa di cui si può fare esperienza, s’intende spirituale, non materiale. Alla definizione della divinità dello Spirito Santo, nel Concilio Ecumenico di Costantinopoli del 381, si giunse proprio a partire dall’esperienza che di Lui la comunità faceva nel culto, nel martirio e nella vita cristiana in genere. Se lo Spirito Santo ci divinizza, non c’è dubbio che è Dio: era questo l’argomento costantemente ripetuto da S. Atanasio. Prima viene l’esperienza – ci divinizza, ci santifica – poi l’affermazione del Credo: è Dio.

Queste sono le parole ispirate che un vescovo della Siria, Ignazio di Latakia (l’antica Laodicea), pronunciò in una solenne assise ecumenica: “Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità una dominazione, la missione una propaganda, il culto una semplice evocazione e l’agire cristiano una morale da schiavi. Ma, con lo Spirito Santo, il cosmo si rialza e la creazione geme nelle doglie della nascita del Regno, l’uomo lotta contro la carne, il Cristo Risorto è presente, il Vangelo è potenza di vita, la Chiesa segno di comunione trinitaria, l’autorità è servizio liberatore, la missione è una Pentecoste, la Liturgia memoriale e anticipazione, l’agire umano è divinizzato”.

(da: Il canto dello Spirito. Meditazioni sul Veni Creator)

Per gentile concessione della casa editrice Ancora.