Credenti e attenti come Abramo

«L’occasione della conclusione della Visita Pastorale e dell’Anno Eucaristico che ho voluto indire per ravvivare la fede nell’Eucaristia, come pure l’Anno della Fede indetto per la Chiesa universale dal Sommo Pontefice Benedetto XVI, mi ha fatto determinare a rivolgermi ancora una volta alla Chiesa reatina per leggere con lo sguardo della Sacra Scrittura la realtà attuale e dare alcune indicazioni per il futuro della nostra Comunità diocesana»: inizia così la Lettera pastorale con cui monsignor Lucarelli torna a rivolgersi al suo gregge partendo nuovamente da un’icona biblica, come già in precedenti documenti. Stavolta, a fornire lo spunto per una rilettura scritturistica in chiave spirituale e di riflessione pastorale è il celebre episodio dell’accoglienza offerta da Abramo ai tre misteriosi uomini presso le querce di Mamre.

La Lettera pastorale porta la data del 9 settembre, giorno che, nella ricorrenza liturgica dell’anniversario della Dedicazione della Cattedrale, segna per la diocesi l’avvio dell’anno pastorale (e in appendice il documento riporta anche l’omelia tenuta dal vescovo in tale occasione). La consegna dell’opuscolo, fresco di stampa, è però avvenuta il giorno di Cristo Re, alla celebrazione di chiusura del Congresso eucaristico diocesano. L’evento congressuale ha concluso l’anno speciale dedicato in diocesi all’eucaristia e introdotto nell’Anno della fede universale: i due motivi che, assieme alla sua seconda sacra visitatio alla diocesi, hanno spinto monsignor Delio a offrire alla Chiesa reatina quest’altro piccolo tassello di magistero episcopale.

Il testo del documento – disponibile anche on line sul sito diocesano – trova dunque spazio nell’opuscolo, che in copertina riporta la celebre immagine della Trinità di Rublev, icona che richiama proprio l’episodio veterotestamentario delle querce di Mamre: la tradizione cristiana vede infatti nei tre rappresentanti di Dio accolti da Abramo un’allegorica prefigurazione delle tre Persone Divine. Tutto il brano della Genesi, riportato all’inizio, viene riletto dal vescovo come spunto per la meditazione offerta alla Diocesi nel segno di quella fede di cui il patriarca è iniziatore, ma pure come richiamo a quelle attenzioni pastorali che vengono richieste a una Chiesa davvero credente. Su queste colonne, settimana dopo settimana, scorreremo insieme il documento.

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