Chiesa di Rieti

Covid-19, il vescovo: «Trovare nuove forme di vicinanza»

Si è svolto ieri presso il centro pastorale di Contigliano un incontro che ha visto il vescovo Domenico riunire i sacerdoti e i diaconi per discutere insieme la situazione creata dalla diffusione del contagio da coronavirus sul territorio nazionale

Si è svolto ieri presso il centro pastorale di Contigliano un incontro che ha visto il vescovo Domenico riunire i sacerdoti e i diaconi per discutere insieme la situazione creata dalla diffusione del contagio da coronavirus sul territorio nazionale. A partire dall’idea che nel momento attuale per la Chiesa è il momento di trovare forme di “vicinanza” diverse rispetto a quelle consuete, tali da non abbandonare le persone alla paura e alla solitudine.

Una sorta di autolimitazione non solo è nelle cose, ma dice anche del senso di responsabilità necessario «per evitare di creare problemi anche all’altro oltre che a se stessi». In questo meccanismo, si apre però lo spazio per rispondere alle inquietudini di ciascuno riportando il discorso a un livello spirituale, «ivi compreso il tema del dolore e della malattia e perfino della morte».

Lo spazio della fede passa come sempre attraverso la preghiera e l’aiuto all’altro, ma l’emergenza «è un “bagno di umiltà” perché ci costringe ad ammettere che siamo fragili e bisognosi gli uni degli altri» e richiede ai cristiani di «riscoprire la vicinanza di Dio che non abbandona mai il suo popolo».

Preso atto di quanto i decreti conseguenti all’emergenza Covid-19 comportano per il normale svolgimento dell’attività ecclesiale, mons Pompili ha condiviso con il clero alcune linee guida per il proseguimento della vita ecclesiale, confermando la sospensione delle Messe, specificando le modalità di apertura delle chiese e tutte le altre accortezze che si stanno rendendo necessarie, compresa la chiusura ai visitatori degli uffici diocesani.

Il tutto insistendo sulla necessità di evitare il contagio senza rinunciare a promuovere la comunione. «Non basta dire che non si celebrano le Messe, non si procede alla benedizione delle famiglie, si sospende il catechismo, si interrompono gli incontri di qualsiasi genere, né si celebrano i funerali, salvo la possibilità della benedizione al feretro al cimitero. Occorre insieme promuovere altre iniziative che diano il senso della provvisorietà di questo momento eccezionale, in attesa del ritorno alla vita consueta».

Misure che possono appoggiarsi con creatività anche alla Rete, o più semplicemente al telefono. Ma prese le necessarie precauzioni, debbono comprendere anche l’attenzione per i malati e iniziative di solidarietà verso le persone più fragili, esposte o sole, ad esempio organizzando una rete di volontariato per portare conforto a chi non può muoversi da casa.

A tutto questo il vescovo ha aggiunto una proposta: suonare all’unisono e a festa le campane in tutta la diocesi allo stesso orario. Le campane fanno infatti appello al senso della comunità, ma sono anche un segnale di pericolo. Il loro suono diventa un invito al raccoglimento e alla preghiera, in famiglia o individualmente, per sentirsi meno soli. Chi vorrà potrà collegarsi in streaming al rosario recitato in Cattedrale, di fronte alla Madonna del Popolo attraverso i media diocesani.

[10.03.2020] Comunicazione Covid-19