Cotral: proprio non c’è speranza?

È ormai certo: con l’avanzare della crisi aumentano le persone costrette a spostarsi con mezzi pubblici. Un modo come un altro per riuscire a risparmiare qualcosa e riuscire a vedere la fine mese.

Ma è un “viaggio senza speranza”? Ce lo domandiamo perché questo sembra sia divenuto lo slogan ufficiale Cotral nella nostra città. Muoversi con i mezzi è ogni giorno un’avventura. Non si contano i disagi derivanti dalla scarsa efficienza del servizio: orari non definiti, scarsa manutenzione, pessima igiene interna, corse lente ed ore infinite ad aspettare presso le fermate sotto le intemperie del clima.

Gli autobus che servono i reatini sono praticamente da rottamare! E non consola il fatto che i mezzi in servizio a Roma non sono migliori, nonostante le misure della Capitale e l’infinito afflusso di visitatori.

Ma, discorso turistico a parte, questa situazione dà vita ad un sottoprodotto negativo da non trascurare. Non si riesce a sviluppare la cultura del trasporto pubblico nei giovani del reatino e del Lazio. Un modo di spostarsi che invece è diffuso e adottato dai coetanei del nord Italia e di molte altre nazioni europee.

Forse, come in un circolo vizioso, questo scarso interesse dei giovani si riflette sulle politiche dei gestori del Cotral. Un servizio che non interessa è condannato ad un inevitabile peggioramento. E forse una qualche ritrosia dei pendolari al pagamento dei biglietti e degli abbonamenti aggrava la condizione del cane che si morde la coda.

Per invertire la tendenza si dovrebbe innanzitutto provvedere ad un buon mantenimento dei mezzi e al giusto funzionamento del servizio. Una conferma si trova nelle opinioni raccolte tra i giovani reatini. Anche facendo un’amichevole chiacchierata con due ragazzi del Servizio Civile, che del Cotral fanno un uso intenso, abbiamo riscontrato una forte domanda di miglioramento.

La loro perplessità principale riguarda il fattore economico. Ogni mese ed ogni anno rinnovano puntualmente l’abbonamento del Cotral, ma non si spiegano come mai questi soldi non vengano utilizzati anche per la manutenzione degli autobus e della rete.

Né si capacitano del mancato rispetto degli orari previsti, o della riduzione delle corse. Una scelta che li ha portati a dover chiedere diversi giorni di permesso durante l’anno. E non basta: i vari eventi sgradevoli che si sono verificati ultimamente sui mezzi Cotral sono sulla bocca di tutti.

Nei mesi scorsi, nei giorni di pioggia, ci sono state persone costrette a tenere gli ombrelli aperti sull’autobus per non essere “lavate” dall’acqua che entrava dai buchi sul tetto.

All’interno della stazione di Rieti e nei tratti previsti tra Rieti e Roma, mancano le pensiline che un tempo permettevano ai pendolari una più comoda attesa dei presunti autobus fantasma.

C’è chi chiamando il numero verde Cotral per chiedere informazioni ha avuto a che fare con personale non esattamente idoneo, non in grado di rispondere alle semplici esigenze del cittadino.

Poche settimane fa, è giunto alle cronache un episodio accaduto fuori regione. Aveva come protagonista un pullman da turismo. Un grave incidente ha prodotto 38 morti e 19 feriti. E si presume che tutto ciò sia derivato dalla mancata manutenzione del mezzo, che avrebbe avuto un problema all’impianto frenante.

C’è pericolo che queste cose accadano anche con i mezzi Cotral? Quello che rimane da fare ai pendolari è semplicemente di affidarsi alla “fortuna”?

Forse è meglio non disperare. Sembrerebbe avvicinarsi uno spiraglio di luce. Da qualche tempo si parla della costruzione di un nuovo deposito con annessa officina nei pressi della zona industriale nella nostra cittadina.

Francamente non abbiamo ancora capito se sia solo una notizia per calmare le acque, offrendo anche una qualche illusione di lavoro, o se sia realmente un progetto in via di sviluppo. Di sicuro abbiamo solo il nuovo terminal romano di Tiburtina, localizzato in un’area protetta e piena di servizi. Ci sembra riesca a soddisfare le esigenze dei pendolari.

Nel frattempo, non ci resta che attendere cambiamenti anche nella nostra città, con l’augurio di ricevere maggiore sensibilità e comprensione dalla stessa Cotral. In fondo i “poveri” pendolari ancora fedeli se lo meritano.

di Gloria Galati, Agnese Gunnella e Giorgio Nobili

2 thoughts on “Cotral: proprio non c’è speranza?”

  1. Zucco Crustina membro del direttivo del Comitato Pendolari Reatini

    volevo precisare che nemmeno il trasferimento del capolinea di Tiburtina all’interno della Stazione Tibus, porta a noi pendolari un beneficio come è stato detto nell’articolo, anzi tantissimi disagi in più, come allontanamento di oltre300 metri dai collegamenti metro e bus per Roma, assenza di posti a sedere durante l’attesa, zona altamente inquinata a causa degli altri bus di linea che non tengono i motori spenti, fermata completamente sotto il sole cocente dal primo pomeriggio fino al tramonto e molti altri disagi, quindi a tutti i pendolari si aggiungono questi disagi oltre a tutti quelli elencati nell’articolo in poche parole ogni iniziativa che la Cotral e i vertici hanno preso secondo loro per migliorare il servizio hanno creato non pochi disagi per i pendolari, di certo non per agevolare chi è costretto a svegliarsi all’alba per raggiungere la capitale.

    1. petrongari maria laura

      La questione disservizi tratta Cotral Rieti/Roma rientra purtroppo nella dinamica diquei poteri che non sono stati in grado ciascuno per la propria parte per decenni di trovare un terreno comune su cui lavorare per una soluzione che fosse di rispetto dei diritti delle persone interessate al trasporto da e verso la Capitale. Tali poteri che sono stati e sono i titolari degli interessi di categorie coinvolte nella questione servizio trasporto pubblico hanno dimostrato un fallimento sconfortante . Il terreno comune da cui partire era e resta solo uno ed è il preminente : la realizzazione del bene comune.Cosa sia il bene comune pochi lo sanno. E come fare per conseguirlo è questione spinosa! Ed i politici sono sempre in campagna elettorale o occupati a spartirsi poltrone. Il bene pubblico è il più sacro degli obiettivi di una sana politica. Forse sarebbe più opportuno che siano i cittadini a gestire da sè stessi certi problemi piuttosto che delegare ai politici, partiti, sindacati ecc. Naturalmente non si può generalizzare, ma cosa dire su tale vicenda che interessa da generazioni noi reatini?
      Maria laura Petrongari

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