Costini: povera città in mano ad inetti

In questi giorni lo stato confusionale dell’attuale giunta comunale sembra aver raggiunto livelli che non esiterei a definire pericolosi. Gli assessori, il Sindaco riescono a smentirsi reciprocamente, cercando affannosamente di rivendicare una supposta superiorità morale, che dovrebbe, nelle loro intenzioni, giustificare l’assoluta paralisi amministrativa fin qui espressa.

Cominciamo dalla pessima figura fatta fare all’assessore Bigliocchi, mandato in TV a giustificare lo strano caso dei lavoratori-volontari, “donne ed uomini da ammirare perché prestano il loro servizio nell’interesse della comunità” ebbe a dichiarare l’ex sindaco; e sdegnosamente rifiutò il sospetto che il volontariato non fosse altro che una scorciatoia per giungere ad assunzioni senza concorso. Tempo 2 giorni, grazie ai soldi trovati dall’on Melilli, che dovevano servire al piano di assunzioni del Comune, ed uno dei volontari viene assunto!!!

Il povero assessore Bigliocchi, che voleva le scuse dell’opposizione infingarda, che aveva avuto il coraggio di mettere in dubbio la linearità di quell’azione, è servito. Ma non finisce qui, anzi il giovine sindaco, sempre più spaesato, dimentico dei proclami gioiosi dell’assessore Cecilia, che acclamava il nuovo piano regolatore (del cdx) come lo strumento che avrebbe permesso di attuare il nuovo progetto di città della sinistra, strumento, a suo dire, più rapido e sicuro degli infami piani integrati, e che avrebbe permesso agli imprenditori di agire rapidamente e senza spese aggiuntive, ora afferma che il suddetto piano non è applicabile, perché essendo vecchio,non rispetta le nuove prescrizioni in materia di rischio idrogeologico, e pertanto dovrà essere adeguato, e comporterà nuovi impegni economici per chi vorrà costruire!!

Ora, al di là che la Regione ha licenziato il prg non più di un anno e mezzo fa, ed immagino, come previsto dalla legge che abbia comunicato eventuali modifiche da apportare in caso di nuove normative, mi domando, ma nessuno aveva avvertito il solerte assessore Cecilia, o forse il deportato era troppo impegnato a sognare insieme al consigliere Ludovisi l’utopia gentile per accorgersene? Ma ancora più grave, al limite della diffamazione, è la reazione alle associazioni di categoria e a gli ordini professionali, che per la prima volta nella storia della nostra città, tutti insieme hanno prodotto un documento con cui chiedevano una reazione concreta alla paralisi amministrativa: il sindaco ed il dirigente, con totale mancanza di rispetto per quanti hanno lavorato in questi anni in comune nel settore, derubricano la faccenda come una risposta al fatto che l’attuale amministrazione avrebbe cambiato il modo di agire fin qui tenuto dal urbanistica “prima” afferma proditoriamente il primo cittadino “alcune pratiche venivano accelerate per fare piacere a qualcuno”, ed oggi, giunti infine i moralizzatori, è finita questa pratica ingiusta!

Ora, al di là che essendo il documento comune a tutte le associazioni e gli ordini professionali, è difficile comprendere chi fossero i favoriti, è comunque allucinante che un sindaco che di professione fa l’avvocato ed un dirigente che di professione fa l’architetto, non si rendano conto della gravità di un’accusa di questo genere, indirizzata non ad un avversario politico, ma al personale dipendente del comune. Avendo fatto per poco più di un anno l’assessore all’urbanistica ed avendo lavorato in quel periodo a stretto contato con il dirigente ed i dipendenti di quel settore, mi sento in dovere di difenderli con tutta la forza possibile, donne ed uomini che molto spesso hanno sacrificato anche più del dovuto il proprio tempo, per rispondere alle richieste dei cittadini. Mai, in nessun caso vi sono stati favoritismi, strade privilegiate, anche quando le pratiche riguardavano parenti od affini degli assessori.

La differenza è che in quel periodo imprenditori e professionisti avevano un ufficio amico, tutti indistintamente, che li aiutava per quanto possibile a districarsi nel pantano della burocrazia, e credo, senza timore di smentita che questo potrebbe essere testimoniato da tutti coloro che a vario titolo hanno avuto occasione di confrontarsi con l’urbanistica in quel periodo. La dirigente Rinaldi si è sempre assunta tutte le responsabilità fino in fondo per cercare di dare alla città ed al suo tessuto produttivo il massimo dell’efficienza. Accusare in questo modo i dipendenti è vergognoso, da parte di un’amministrazione che prima ha smantellato un ufficio, poi ha lasciato i dipendenti soli, senza mai dire una parola in loro difesa, ed ora getta fango su di loro per giustificare l’assoluta incapacità fin qui dimostrata. Povera città in mano ad inetti, ed anche scorretti figli dell’utopia gentile.