Corea: Conferenza religioni (Kcrp) attende l’arrivo di una primavera di pace

La Corea attende “con impazienza” l’arrivo di una “Primavera di pace”. Per questo, in vista dell’imminente summit inter-coreano del 27 aprile e del Summit tra Corea del Nord e Stati Uniti che si terrà in maggio, i leader delle 7 principali religioni del Paese lanciano un appello a tutti gli attori impegnati sul campo

“La Penisola coreana, una volta arena di rivalità tra i superpoteri, possa trasformarsi in una terra di pace e dialogo”. È quanto si legge in un comunicato della Conferenza coreana delle religioni per la pace (Kcrp) che il suo presidente mons. Kim Hee-joong, arcivescovo di Gwangju e presidente anche dei vescovi coreani, ha fatto arrivare oggi al Sir.
“Dalle Olimpiadi invernali 2018 – si legge nel comunicato – abbiamo assistito a segni positivi di pace nella regione, che speriamo possano sbocciare come i fiori in primavera. L’imminente summit inter-coreano del 27 aprile e il Summit tra Corea del Nord e Stati Uniti che si terrà in maggio saranno ricordati come importanti spartiacque nella storia dell’umanità”. I leader religiosi ricordano come l’ultima barriera lasciata dalla Guerra Fredda sia quella che divide il Sud e il Nord della Corea. E scrivono: “Quando il calore del dialogo e della reciproca comprensione scioglierà anche questa barriera, verrà presto il tempo in cui tutte le persone del mondo potranno essere ispirate a fare ogni sforzo possibile per imparare a vivere insieme”.
I leader religiosi si rivolgono ai governi sud coreano e della Corea del Nord. “Chiediamo al nostro governo di adempiere pienamente ai suoi obblighi, non solo come mediatore ma come Stato direttamente coinvolto nella questione. Chiediamo al governo nord coreano di sfruttare questa opportunità perfetta per porre fine alla divisione e rompere le catene che hanno legato e limitato questa terra per oltre settant’anni. Speriamo con forza che la Corea del Nord apra la strada affinché il popolo coreano possa vivere insieme”.
Lo sguardo poi si allarga a tutti gli attori coinvolti nel processo di riavvicinamento delle due Coree. “Chiediamo al governo degli Stati Uniti di sostenere gli sforzi della Corea del Sud e del Nord e di impegnarsi attivamente nel vertice con la Corea del Nord come pietra angolare per la pace globale. Gli Stati Uniti sono un Paese chiave che può portare la pace nella Penisola coreana. Chiediamo ai governi cinese, russo e giapponese di sostenere i prossimi vertici di aprile e maggio e tutti i passi per la pace in futuro, in modo che la Penisola coreana, una volta arena di rivalità tra i super-poteri, possa trasformarsi in una terra di pace e dialogo”.
La Conferenza coreana delle religioni per la pace “attende con impazienza l’arrivo della primavera nella Penisola coreana. La primavera porterà pace non solo nella Penisola coreana, ma in tutto il mondo e a tutta l’umanità. Le sette religioni in Corea pregano con cuore sincero per una primavera di pace”.
La Conferenza è stata fondata nel 1986 e a firmare il comunicato sono oltre a mons. Kim Hee-joong, il reverendo Lee Hong-jung, segretario generale del Consiglio nazionale delle Chiese in Corea, il venerabile Seol Jeong (Buddismo), il rev. Han Eun-sook (Won-Buddismo), Kim Young-geun (Confucianesimo), Lee Jung-hee (Chondogyo) e Park Woo-gyun (Associazione delle Religioni native coreane). Scopo della Kcrp è quello di promuovere la pace e la stabilità nella Penisola coreana attraverso la cooperazione interreligiosa e ha ottenuto il forte sostegno di leader religiosi in tutta l’Asia e oltre. “La pace nella Penisola coreana non è solo il nostro sogno, ma anche un nostro dovere da realizzare”.