Coop Rosse e Corruzione. Rinnovazione Rieti: lo diciamo noi da anni

“Che il malcostume della corruzione nel nostro paese sia una piaga dilagante lo dice la storia. Che le cooperative “rosse” rappresentino troppo spesso una distorisione nell’idea di integrazione nel mondo del lavoro, volta ad accaparrarsi denaro pubblico con mezzi trasversali, lo diciamo noi da anni e oggi lo confermano le indagini a tappeto che stanno portando negli ultimi mesi all’arresto di amministratori e soggetti politici legati al PD. Nessuna sorpresa quindi ma la consapevolezza che dell’iceberg è stata scoperta solo la punta”.

È quanto dichiara Pietro Santocchi, portavoce di Rinnovazione Rieti. “Al dilà di come andrà a finire l’ultima indagine sulla coop Concordia che vede chiamato in causa il vicepresidente dell’Internazionale Socialista Massimo D’Alema (per una partita di 2000 bottiglie vendute alla cooperativa), siamo di fronte al palesarsi del legame indissolubile tra un apparato di classe dirigente appartente alla sinistra italiana con alcune cooperative e fondazioni che operano in modo criminoso. Un po’ come quando si parlava del bunga-bunga di Arcore per accostare il cavaliere ai suoi guai con la giustizia, solo che stavolta si fa l’amore col vino.”

“Non vogliamo entrare nel merito delle indagini, ma le recenti notizie diffuse dalla stampa e l’ultima fatica del senato sulla legge anti-corruzione meritano alcune considerazioni” – continua il portavoce – “la prima è che la politica fatica enormemente a scrollarsi di dosso la tarma della corruzione e dei rapporti criminosi che intrattiene con imprese e associazioni, arrancando nell’approvare una legge rimasta immodificata da anni seppur palesemente fallace. La seconda è che una buona parte di questi rapporti li tiene una certa sinistra con organizzazioni dalle prerogative più disparate e radicate su tutto il suolo nazionale. Sarà che il ministero della rottamazione sta iniziando a puntare il mirino su una classe dirigente ostile al capo del governo? Che gli amici del primo ministro siano da ricercare in altri palazzi piuttosto che nelle roccaforti storiche della sinistra lo abbiamo capito dai favori alle banche che questo governo continua a fare in barba a imprenditori e artigiani. Ma gli effetti collaterali di questa operazione sono evidenti con alcuni esponenti di spicco di area PD condannati alla gogna mediatica e l’immagine del partito di maggioranza dal 40% alle europee che viene infangata”.

“Già a Roma con Mafia Capitale è stato messo a nudo un sistema mafioso volto a raggirare la legge e sfruttare la politica per oliare gli ingranaggi di una macchina da soldi. Oggi a Ischia la musica non cambia, così come a Milano con l’EXPO o a Venezia con il MOSE.Come non cambia per tutte quelle strutture di accoglienza che lucrano sulla disperazione degli uomini, alimentando il business dell’immigrazione e la cultura della clandestinità: quante le associazioni che ricevono fondi pubblici per l’accoglienza mantenendo gli “ospiti” delle loro strutture in condizioni disumane? Quante altre lucrano su questo sistema che offre vitto e alloggio a persone che provengono da ogni parte del mondo alla faccia delle famiglie italiane che non arrivano a pagare l’affitto?”

“Che le cooperative siano uno strumento per garantire a molti l’ingresso nel mondo del lavoro, soprattutto in un contesto di crisi economica, è un dato di fatto. Ed è proprio in questo contesto che la collusione tra cooperative rosse e certa politica genera una competizione impari e disonesta con le tante imprese oneste che faticano a trovare spazio nel mercato del lavoro, con l’aggravante di privilegiare gli amici di amici che da anni si arricchiscono in modo sospetto o illecito mentre la classe produttiva oggi si dispera, si suicida, emigra”.

“Difendere il lavoro significa valorizzare le eccellenze, sostenere l’impresa, incentivare la competizione meritocratica. Chi sta dalla parte degli Italiani questo lo sa: chi sta dall’altra parte oggi non può più nascondersi dietro un simbolo o un’ideologia”.