Chiesa di Rieti

Contemplare per capire

«Solo a condizione di essere capaci di fermarci a guardare e ad ascoltare, o meglio a contemplare, oltre le nostre sempre più potenti capacità di fare e di agire, possiamo ritrovare e capire meglio le contraddizioni a cui siamo esposti», ha detto il vescovo Domenico nella sua riflessione di ieri sera

Cosa c’è all’origine della pandemia che stiamo vivendo?

La domanda rimarcata ieri sera dal vescovo Domenico sta scatenando un vivace dibattito tra scienziati e gente comune.

«Dietro il virus, c’è una matrice naturale o artificiale? È avvenuto un passaggio dal mondo animale a quello umano – che si tratti di un pipistrello o di un pangolino – oppure qualcosa è sfuggito da un laboratorio? E nel caso, ciò è accaduto per sbaglio o per scelta?»

Difficile trovare a breve una risposta.

«C’è un fatto però, che è stato rilevato da alcuni osservatori: se pure è il virus è un fenomento naturale, è possibile che la sua espansione sia stata incentivata da un distorto rapporto con l’ambiente. Aveva probabilmente ragione quell’adolescente che ha girato il mondo per dire che non abbiamo un pianeta B: una posizione tanto evidente quando snobbata, almeno fin qui».

«Resta vero che le persone cambiano non sotto la pressione della paura o per effetto del terrorismo psicologico, ma soltanto se trovano una prospettiva diversa e più convincente, e a questo proposito mi viene da pensare all’incipit della Laudato si’ di papa Francesco: Come quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che san Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto il creato, predicava persino ai fiori e li invitava ad amare Iddio come essere dotati di ragione».

Il Papa aggiunge anche una utile precisazione: Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode.

«Solo a condizione di essere capaci di fermarci a guardare e ad ascoltare, o meglio a contemplare, oltre le nostre sempre più potenti capacità di fare e di agire, possiamo ritrovare e capire meglio le contraddizioni a cui siamo esposti: partendo da questa consapevolezza sarà possibile colmare quel divario che è mentale, ma poi diventa anche pratico e politico, che ogni giorno tocchiamo con mano, per cercare di orientare meglio ciò che oggi è destinato a sfuggire a qualsiasi controllo e a qualsiasi senso, come una pandemia».