Consiglio comunale sul Bilancio, Cascioli: non ci sto!

Stamane, all’apertura del Consiglio comunale avente all’ordine del giorno il bilancio consuntivo 2013 e preventivo 2014, ho dichiarato all’assise che non avrei avallato con la mia partecipazione un Consiglio comunale anestetizzato sulle scelte della Giunta che se ne serve come mero contenitore svuotato di significato e funzioni al solo scopo di ratificare scelte già fatte ed al fine di ingenerare la falsa immagine di confronto democratico e costruttivo.

E questo lo dico convinta che chi tra i banchi dell’opposizione ha deciso di restare imprimerà come sempre una azione costruttiva di analisi e di critica ai provvedimenti adottati dalla giunta.

D’altra parte è altrettanto vero che non si può continuare a far finta che questa maggioranza operi nella legalità, nel rispetto del confronto democratico e soprattutto nella piena adesione alle norme regolamentari che disciplinano la materia di bilancio nonché il lavoro delle commissioni consiliari e le prerogative delle funzioni del consigliere comunale.

Ed è proprio per questo che oggi ho scelto di tornare a denunciare pubblicamente questo reiterato atteggiamento arrogante e totalmente irrispettoso di chi svolge un mandato di rappresentanza per conto dei cittadini di Rieti.

Questa amministrazione, come già in occasione della discussione del bilancio 2012 ed in tante altre occasioni, manifesta la sua pochezza programmatica, la sua incapacità amministrativa, tentando di celare le proprie responsabilità passando alla stampa la messa in mora di precedenti amministratori per il disavanzo di bilancio certificato nella quantità ma non ancora nelle responsabilità.

E questo, guarda caso, proprio il giorno prima del consiglio comunale che deve approvare un bilancio che certifica la nullità di un’azione amministrativa incapace di intraprendere qualsiasi tipo di azione ricostruttiva se non quella della massima imposizione fiscale e dello smantellamento delle eccellenze reatine.

I cittadini sapranno valutare anche questi mezzucci con i quali Petrangeli e la sua corte tenta di confondere le acque e nascondere un biennio ricco di slogan e tagli di nastri e null’altro.