Consigli non richiesti al prossimo sindaco reatino…

Cosa mi aspetto:

che si concentri nella realizzazione di poche e fondamentali opere, e non compili una lista di promesse da mondo dei sogni (già proposte tempo fa improbabili infrastrutture quali trafori che collegassero la pianura reatina con la sabina o il leonessano).

Che non trasformi le istituzioni in ammortizzatori sociali.

Di recente mi è capitato di ascoltare un’intervista radiofonica ad un ex amministratore comunale, il quale si lamentava dell’eccessivo numero di dipendenti in vari enti pubblici. Rispetto alle centinaia di dipendenti del comune di Rieti, qualcuno può dire di essersi comportato diversamente negli anni passati? Evidentemente, manca il senso del ridicolo, del grottesco, si può dire e fare tutto e il contrario di tutto.

Che valuti la fattibilità per la costruzione di un termovalorizzatore, facendo terminare l’emorragìa di nostri soldi verso le altre province limitrofe quando portiamo la nostra spazzatura nelle loro discariche.

Riporto stralci di articoli del professor Franco Battaglia riguardo al funzionamento di un termovalorizzatore: «Il modo più rapido, più economico e più rispettoso dell’ambiente di smaltire i Rsu è l’incenerimento, possibilmente accoppiato alla produzione d’energia. Il modo più bischero è quello della raccolta differenziata… con essa non smaltiscono i rifiuti ma li si separa (…) il limite della produzione di riciclo è quello di mercato: a che pro un riciclo spinto, ad esempio, del vetro o della carta se poi il mercato del vetro scuro (che è il vetro che si può produrre dalla raccolta differenziata del vetro) o della carta riciclata è limitato? Che cosa succede al vetro e alla carta riciclati che rimangono invenduti? Vanno a finire il primo in discarica e la seconda bruciata negli inceneritori. Tanto valeva portarcela prima (…). Il timore dei rischi del metodo nasce dal fatto che alcuni prodotti di combustione sono tossici; un timore che i Verdi si preoccupano di mantenere panico, malgrado i prodotti incriminati siano tossici solo a concentrazioni ben più elevate di quelle liberate dagli impianti (…) i principali prodotti di ogni processo di combustione, inclusa quella dei rifiuti, sono l’acqua e l’anidride carbonica. (…) l’inceneritore dovrà operare ad una temperatura di compromesso in modo da minimizzare sia i residui incombusti sia la quantità di metalli contenuta nei vapori. Le cui emissioni sono perfettamente controllabili grazie ad una tecnologia più che sperimentata (…) È necessario, però, che essi siano affidati non ad ambientalisti della domenica ma a tecnici competenti, affinché questi garantiscano sia la giusta temperatura di operazione, sia la costante efficienza dei dispositivi di abbattimento degli inquinanti, sia le condizioni di sicurezza – anche per sé stessi – soprattutto durante l’avvio o il fermo dell’inceneritore (…). Dopo che la popolazione è stata per anni terrorizzata dai Verdi, è necessario che si faccia opera di corretta informazione. Ad esempio, bisogna essere consapevoli che dagli studi epidemiologici sulle popolazioni che vivono vicino inceneritori – impianti molto comuni nel resto del mondo – non è stato osservato alcun effetto sanitario avverso. Se le emissioni degli impianti più vecchi potevano essere nocive per i lavoratori presso l’impianto (ma non per la popolazione circostante), quelle degli impianti moderni sono innocue per tutti: esse sono quantitativamente irrisorie per poter avere alcun effetto sanitario (…) Stare un mese sotto un inceneritore è come stare un quarto d’ora in via del Tritone a Roma. I 4 inceneritori nel Lazio inquinano meno di 5 automobili, e s’inala più diossina a starsene pochi minuti vicino ad un barbecue o a fumarsi una sigaretta».

Sfortunatamente, non abbiamo un territorio con le caratteristiche adatte ad ospitare una centrale nucleare, nel caso contrario la parola sviluppo avrebbe trovato piena realizzazione, altro che energie alternative di cui tanto si parla a vànvera.

Che non sia indottrinato dal becero ambientalismo e segua i pochi scienziati italiani rimasti (Franco Battaglia e Antonino Zichichi per citare i più autorevoli).

Tanto per capire la moda del fotovoltaico ed eolico, cito ancora parte di un articolo del professor Franco Battaglia (chimico presso l’università di Modena) pubblicato qualche anno fa: «V’è una curiosa legge, (legge del conto-energia, voluta nel 2006 da Pecoraro Scanio quando era ministro del Governo Prodi), che obbliga noi contribuenti a pagare 45 centesimi il kilowattora elettrico a chi lo produce col fotovoltaico. Dovete sapere che alla borsa elettrica il Kwh è quotato 8 centesimi e che voi, tasse incluse lo pagate, al consumo, circa 16 centesimi. Detto diversamente: la legge del conto-energia è quella che si chiamerebbe legge-truffa. Sapete in nome di cosa gli amministratori suddetti invocano l’installazione degli impianti Fotovoltaici? Se ve lo dico non ci crederete: in nome del risparmio. Insomma, mentre c’è chi perde il posto di lavoro perché la propria azienda chiude per colpa dell’elevato costo del kwh elettrico, e chi frana e sprofonda nel fango per colpa della disattenzione verso i problemi ambientali reali, c’è chi si balocca dietro le misure ecologicamente corrette promosse da Pecoraro Scanio e da Prodi (…) Abbindolare tutti noi e, con la forza della legge e in nome della salvezza dei nostri figli (o dei pinguini, se non abbiamo figli), obbligarci a impegnare il denaro delle nostre tasse per l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici (fv), che sono quanto di più dannoso, prima che inutile, ci sia per produrre energia elettrica. Non è un caso, infatti, che essi contribuiscono per lo 0.5% (l’eolico) e per lo 0.001% (il fv) alla produzione elettrica mondiale; ed è importante rendersi conto che così sarebbe anche se quegli impianti fossero gratis».

Che sia per la trasformazione dei piccoli e costosissimi ospedali sparsi nella provincia, in centri specializzati di primo soccorso.

Si adoperi per contenere i necessari pellegrinaggi dei pazienti reatini in altri nosocomi (Terni, Perugia, L’Aquila e nella stessa regione nei tanti ospedali della capitale).

In soldoni, siano ridotte le migrazione verso strutture extraaziendali ed extraregionali. Sarebbero risparmiati ogni anno diversi milioni di euro di rimborsi per assistenza extraregionale.

Chirurgia 1 e chirurgia 2, medicina 1 e medicina 2, questi sono scandali supremi nei quali la politica locale non è mai intervenuta. Solo ora che la crisi sta tagliando, allora è diventato problema da risolvere.

Che non voglia università sotto casa, come è stato fatto con notevole spreco di danaro pubblico su tutto il territorio nazionale, per compiacere qualche politicante di turno, oppure per creare cattedre inutili come in una sorta di risarcimento per chi non ce l’ha fatta a diventare professore negli atenei storici del paese.

Prima di ogni lavoro rilevante sull’aspetto urbanistico della città, che si contorni di architetti amanti del bello, e non laureati in architettura o altri improbabili tecnici del momento. Di schifezze e orrori estetici ne sono stati fatti già tanti dentro Rieti, lo sgorbio di Piazza San Rufo, ed ultime in ordine di tempo quelle brutture in Via Roma.

Se si trovano gli investitori privati, che trasformi l’area dell’ex zuccherificio in una splendida area di archeologia industriale.

Che si adoperi per restaurare le decine di chiese nel nostro centro storico ora chiuse perché impraticabili, veri gioielli architettonici non aperti al culto.

Che prima di organizzare la festa del peperoncino (sempre meritevole), pensi all’olio della sabina, vera eccellenza al mondo, oppure alle squisite carni dei nostri allevamenti che spesso si trasformano in fiorentine nei ristoranti toscani.

Che faccia funzionare lo splendido Teatro Flavio Vespasiano anche con concerti di musica popolare, porti cantautori e musicisti italiani e non (oltre alla prosa, musica classica e alle divertenti commedie vernacolari).

Che nella creazione della squadra che governerà, eviti di portarsi dietro fisici del vitalizio o ingegneri politici come li chiamo io, personaggi politici già da decenni parcheggiati dentro al palazzo, veri saprofiti (non dovrebbero rimanere più di 15 anni gli eletti nelle cariche importanti, tempo sufficiente per fare molte cose, al livello nazionale anche progettazione e realizzazione di una centrale nucleare). Ahimé, molti hanno smesso di esercitare la loro professione (medici, ingegneri, avvocati, commercialisti, ecc..) trovando in queste cariche la vera manna dal cielo. Lavorare è faticoso!

Che il raggiungimento dei suoi obiettivi, sia stabilito in base alle risorse finanziarie disponibili in bilancio, evitando poi la solita tiritera «non si trovano i soldi» per giustificarsi.

Che si adoperi perché la popolazione locale e non, possa tornare a godere della meravigliosa tela di scuola caravaggesca “Tobiolo e l’angelo” dello Spadarino, ormai chiusa da anni al buio nella chiesa di San Rufo.

Che ci risparmi ulteriori aperture di centri commerciali in città, sono già sufficienti quelli esistenti.

Che non sia schiavo di ideologie.

Nel passato (illuminismo, comunismo, nazismo e fascismo) e al presente (relativismo, ambientalismo, animalismo, ecc..), tutte unite da un filo comune: la cacciata di Dio dalla società e la sostituzione di esso con l’uomo e la sua onnipotenza, con gli animali, con la natura, e con il nulla (nichilismo, ateismo). Essere schiavi e abbracciare totalmente un’ideologia, condiziona in negativo l’agire umano.

Chi ha un pò di anni sulle spalle ed ha potuto osservare i politici eletti sul nostro territorio succedutisi negli ultimi decenni, pronuncia un solo nome: Franco Maria Malfatti.

Il suo nome si associa immediatamente con azioni concrete realizzate, creazione di posti di lavoro, non chiacchiere e distintivo.

Un motivo ci sarà se gli altri sono caduti già nel dimenticatoio.

Se qualcuno dei tanti si sente tirato in ballo, metta pure nero su bianco che lui non è stato come il resto dei politicanti, che il suo contributo ha migliorato la vita dei cittadini (ci spieghi dettagliatamente con quali opere e non si nasconda dietro i decretini del nulla), che non ha raccomandato persone per superare concorsi pubblici o per farle assumere nelle locali aziende sparse sul territorio.

Il resto è fuffa, rumore di fondo.

Per esperienza passata, dovreste ormai sapere che dietro a parole abusate da decenni come sviluppo (vi devono indicare gli obiettivi da raggiungere, con quali mezzi finanziari, ossia dove prendono i soldi necessari), la modaiola e seducente solidarietà, cambiamento, slancio, cultura, tanto per citarne alcune, bene, dietro a queste spesso c’è solo vuoto pneumatico. Dovrete riconoscere chi si nasconde dietro agli slogan elettorali per mascherare l’assenza di sostanza, e chi invece vi prometterà, si impegnerà nella realizzazione di poche ma necessarie opere.

Che il futuro sindaco sia orientato alla vita e non all’eutanasia, riconosca piena dignità alla persona già dopo il concepimento (e non ammasso di cellule utili per qualsiasi sperimentazione).

Che riconosca la famiglia tradizionale composta di padre e madre come il solo posto all’interno del quale è possibile crescere un figlio. Dica a gran voce che la possibilità di due genitori dello stesso sesso è un vero orrore.

Sia consapevole che l’uomo vive nel peccato, e quindi la distinzione tra bene e male che ne deriva. Non è cosa di poco conto quest’ultima, anche quando una persona è stata scelta alla guida di una città piccolina e provinciale come è Rieti.

Buon lavoro.