“ConfrontiamoCi”, Miraglia (Arci): la guerra agli scafisti è di fatto una guerra ai rifugiati

Sul tavolo del convegno nazionale sul tema dei migranti e dei rifugiati organizzato a Rieti dalla Caritas diocesana, in sinergia con il Comune, sul titolo “ConfrontiamoCI”, in corso presso l’Auditorium Varrone, è arrivata anche la «decisione di stabilire una missione navale Ue per distruggere il modello di business dei contrabbandieri e delle reti di trafficanti nel Mediterraneo», annunciata poche ore fa in un tweet dall’alto rappresentante Ue Federica Mogherini.

Una notizia fortemente criticata durante i lavori da Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci, già responsabile immigrazione: «i governi intendono rilanciare l’idea di un intervento armato contro gli scafisti per combattere l’immigrazione irregolare. Ovviamente nessuno di questi governanti ci spiega come potrebbe oggi fare una famiglia di siriani o un gruppo di giovani eritrei che fuggono in cerca di protezione per arrivare in Europa se non attraverso gli scafisti. Questa guerra agli scafisti è di fatto una guerra ai rifugiati e il senso di questo intervento è quello che l’Europa riesce a trovare accordi su questi temi solo su atteggiamenti di chiusura e respingimento, non si assume la responsabilità dell’accoglienza che un continente come il nostro dovrebbe avere per storia, per formazione e per il ruolo politico ed economico che ha nel mondo. Il fatto che milioni di persone attraverso la gestione delle Nazioni Unite possono essere accolte da Paesi piccoli e poveri e invece nella grande Europa si pensi di farsi carico al massimo di 20.000 persone è una cosa che io non posso che etichettare come vergognosa».

Durante il suo intervento nel convegno lei ha richiamato la necessità di una grande manifestazione nazionale contro questo modo di fare politica…

Sì, insieme ad altre associazioni dopo l’ultima strage avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 di aprile abbiamo chiesto ai cittadini di scendere in piazza. Il 21 di aprile c’è stata una giornata di mobilitazione in 100 piazze in tutta Italia. Noi eravamo davanti Montecitorio con migliaia di persone. Pensiamo che sia indispensabile proprio il 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, mentre ancora in Europa si discute di questi temi, scendere in piazza per chiedere essenzialmente tre cose semplici: la prima è che l’Europa metta in campo un programma di ricerca e salvataggio europeo per salvare vite umane, la seconda è che finalmente si faccia carico di dare la possibilità ai richiedenti di rivolgersi ai governi e non più agli scafisti, disponendo un sistema per entrare in sicurezza e legalità in Europa, la terza è che ci sia un sistema di asilo europeo, che oggi non c’è. Ogni paese ha sistemi diversi con poche regole condivise. Noi pensiamo che questo non vada bene perché produce forti ingiustizie. Per chiedere queste cose il 20 giugno la mobilitazione sarà internazionale oltre che nazionale, perché già in altri Paesi, anche nel nord Africa, oltre che in Europa, ci saranno manifestazioni.