“ConfrontiamoCi”, Costa (Sprar): unificare i modelli di accoglienza

Al convegno nazionale degli operatori Sprar sul tema “ConfrontiamoCI”, promosso dal Comune Rieti e organizzato dalla Caritas diocesana, in corso presso l’Auditorium Varrone, si sono sentite anche sollecitazioni ad armonizzare il sistema di accoglienza italiano dei migranti proprio secondo le modalità ormai rodate del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

«Sostanzialmente – ha spiegato Virginia Costa, del progetto nazionale Sprar – il tema è quello di ampliare a tutta l’accoglienza quelli che sono i principi e le linee guida sperimentate nell’ambito dello Sprar. Quindi far sì che non ci siano due sistemi di accoglienza che viaggiano in parallelo: da una parte lo Sprar che segue determinate modalità di presa in carico, accoglienza ed integrazione delle persone, e dall’altra l’accoglienza delle Prefetture, che segue altre modalità operative. Si tratta di ricomporre questa dualità estendendo lo Sprar numericamente, in modo da poter includere tutti coloro che in Italia cercano asilo».

È una operazione che si sta cercando di fare anche con i minori stranieri non accompagnati…

Sì, da questo punto di vista il percorso è avviato con un passaggio importate nella Legge di Stabilità che permette di accogliere nell’abito del sistema di protezione tutti i minori, anche i non richiedenti asilo. Il nuovo bando Sprar che è in uscita intende ampliare inizialmente con 1.000 posti l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, ma la speranza è che progressivamente ci sia posto per tutti.

Rimane il fatto che i posti disponibili al momento non sono sufficienti…

Beh, occorre considerare il fatto che nel 2014 sono entrate in Italia 170.000 persone. Di queste 64.000 hanno presentato domanda di asilo e si presume siano in accoglienza, ma c’erano già in accoglienza le altre persone arrivate negli anni precedenti. La lunghezza dei tempi di valutazione delle commissioni fa sì che il turn-over sui medesimi posti sia assolutamente rallentato. Per questo in realtà i posti sono insufficienti, e occorre anche tenere conto del numero di persone che ci si aspetta di accogliere nel 2015: si parla di centinaia di migliaia di persone.