Confagricoltura

Confagricoltura Viterbo-Rieti: 2020 bilancio di un anno

«L'attenzione invece andrebbe messa su una serie di situazioni che il covid ha accentuato o accelerato costringendoci a guardare in prospettiva con occhio diverso», dichiara il presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti

«È difficile fare un bilancio consuntivo della nostra agricoltura nel 2020. Il Covid ha messo sotto il suo cono d’ombra qualsiasi andamento stagionale favorevole o avverso e dato una connotazione cupa a tutto il resto. Eviterei quindi i soliti discorsi sui risultati delle varie colture: per alcune è andata bene, per altre no come tutti gli anni. L’attenzione invece andrebbe messa su una serie di situazioni che il covid ha accentuato o accelerato costringendoci a guardare in prospettiva con occhio diverso», dichiara il presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti.

«Il settore florovivaistico e quello collegato al settore Ho.Re.Ca. (aziende agrituristiche, vitivinicole e tante zootecniche) ha vissuto e ancora sta vivendo cali del fatturato a due cifre con punte dell’80%, ma ha anche sperimentato sulla pelle quello che da tempo denunciavamo e cioè l’inefficienza di una macchina burocratica ingombrante, lenta, ben più dannosa che utile e che spesso ha creato talmente tante barriere e ostacoli che hanno impedito l’accesso ai fondi di ristoro a molte aziende. In tale situazione voglio rimarcare come diversi soci di Confagricoltura Viterbo – Rieti abbiano reagito da veri e propri imprenditori cercando idee nuove e creando attraverso l’e-commerce e le consegne a domicilio nuovi sbocchi e potenzialità che, almeno in parte, hanno compensato le grandi perdite causate dal lockdown primaverile. Abbiamo poi le situazioni cronicizzate ma che non ci stancheremo mai di rimarcare: prima di tutto la mancata gestione di una fauna selvatica che, a causa anche delle battute di caccia non effettuate per le restrizioni covid, sta letteralmente imperversando nelle nostre campagne e provocando già ora danni ingentissimi a tutte le colture in atto. Ripeto per l’ennesima volta che in tante zone del viterbese e del reatino si stanno per abbandonare le campagne ai cinghiali che presto vedremo in branchi di centinaia di esemplari contro i quali non si potrà, a quel punto, fare più nulla. Ma non siamo attaccati come categoria solo dalla fauna selvatica. Spesso si continua, soprattutto sui mezzi di comunicazione, a fare generalizzazioni arbitrarie e offensive per tantissimi agricoltori che lavorano rispettando l’ambiente e le leggi sul lavoro».

«Mi sembra che i ricorrenti attacchi ai quali siamo sottoposti e che vanno oltre la censura nei confronti del comportamento esecrabile di pochi, abbiano come fondo una ragione ideologica o di poca conoscenza della nostra realtà. Al di là del rispetto delle leggi al quale ognuno di noi è tenuto, trovo inaccettabili tutte quelle visioni dell’agricoltura che non vogliono considerare ogni aspetto del nostro lavoro che prevede per legge continui aggiornamenti e per necessità economica ed ambientale continui investimenti e innovazioni. Per il resto continuo a vedere GDO e trasformatori industriali che si approfittano della loro posizione dominante nei nostri confronti, e prezzi dei prodotti che in molti casi non remunerano i nostri sforzi. Le difficoltà di organizzare l’ offerta dei prodotti agricoli, del resto, è stata una costante che ci ha sempre penalizzato. Spero che quanto successo nei Consorzi agrari nei mesi scorsi non incida negativamente su questa cosa. Ho vissuto in prima persona come consigliere del Consorzio del Tirreno questa serie di fusioni che hanno portato alla nascita di un nuovo organismo attraverso un progetto totalmente calato dall’alto e approvato, almeno nel nostro consiglio di amministrazione, con la sola maggioranza coldiretti e dopo un’informativa estremamente sbrigativa e poco chiara. Se, come sosteneva Bobbio, la differenza fra una autocrazia e una democrazia ma anche fra una buona democrazia e una cattiva consiste nella corretta informazione e formazione di un’opinione da parte di tutti, tale modo di procedere mi inquieta e lascia perplesso».

«Credo in ogni caso che una importante parte dei nostri sforzi nel 2021 debba essere prodigata nel tentativo di consentire agli agricoltori la possibilità e la capacità di decidere all’interno degli enti e delle strutture più vicine o più funzionali al nostro settore, oltre che nell’ essere sempre attenti e vigili affinché chi cerca di approfittarsi di noi possa fallire miseramente nel suo intento. Anche in questi primi giorni del nuovo anno altre incognite, questa volta addirittura radioattive, si addensano all’orizzonte. Vorrei sottolineare come, in modo compatto, cittadini e istituzioni abbiano fatto fronte unico per dire no al deposito di scorie nucleari per l’impatto che esso avrebbe avuto sul paesaggio, sul turismo e soprattutto sull’agricoltura di eccellenza che si fa nel viterbese. Mi piacerebbe molto che questo ideale abbraccio e questo implicito riconoscimento al nostro operato fosse una volta per tutte il definitivo raggiungimento di una posizione di importanza e piena dignità economica e sociale. A maggior ragione come Confagricoltura ci sentiremmo in dovere di impegnarci al massimo grado, consapevoli di lavorare per i nostri agricoltori ma anche per tutto il territorio viterbese».