Conclusa la prima fase di restauro e digitalizzazione del Fondo Visite Pastorali

Pochi sanno che la nostra Diocesi custodisce un patrimonio documentario di straordinaria importanza conservato presso gli Archivi Riuniti affidati alla solerte cura dell’Archivista monsignor Giovanni Maceroni.

Nelle austere sale dell’archivio, solo pochi studiosi accedono nei giorni stabiliti (il lunedì pomeriggio, il martedì per l’intera giornata): si tratta per lo più di esperti ricercatori o di giovani alle prese con la loro tesi di laurea, a cui con il dovuto scrupolo si consente di consultare gli antichi, delicati documenti.

La prima, sistematica organizzazione dell’archivio si deve ad un singolare personaggio, il francese Gabriel Naudé, nato a Parigi nel 1600 medico di corte del re di Francia Luigi XIII, ma famoso ed apprezzato per la sua meritata fama di bibliofilo. Fu infatti a Roma per più di un decennio, dal 1631 al 1642, come bibliotecario al servizio dei cardinali da Bagno e Barberini, più tardi a Parigi, al servizio dei cardinali Richelieu e Mazzarino. Nel 1651, fu nominato bibliotecario dalla regina Cristina di Svezia. Il trasferimento a Stoccolma doveva però minare irreparabilmente la sua salute: morì infatti ad Abbeville il 29 luglio 1653, mentre si accingeva a tornare in Francia.

Fu proprio il cardinale Francesco dei conti Guidi di Bagno, vescovo di Rieti tra il 1635 e il 1639, ad affidare al Naudé l’incarico di riordinare l’archivio capitolare, in cui giacevano scompaginati e confusi antichi, preziosi documenti.

Al termine di cinque mesi di intenso lavoro, lo studioso poteva consegnare ai Canonici il nuovo Archivio, con il materiale disposto in dieci armadi, ognuno dei quali conteneva carte ordinate in fascicoli indicati da numeri progressivi.

All’impegnativo lavoro materiale si unì la compilazione di un indice, pubblicato a stampa nel 1640 sotto il titolo Tabularii Ecclesiae Cathedralis Reatinae Descriptio.

Alla documentazione ordinata da Gabriel Naudé si è aggiunta, nel corso dei secoli, una notevole mole di documenti cartacei e pergamenacei oltremodo reperibile.

Per arginare il degrado di questo straordinario patrimonio ed allo stesso tempo rendere più agevole l’accesso degli studiosi alle fonti documentarie, d’intesa con l’Archivista il vescovo monsignor Delio Lucarelli ha promosso il restauro e la digitalizzazione del Fondo Visite Pastorali affidando il delicato incarico ai tecnici dello studio romano AF, esperti nella conservazione e nel restauro di codici e testi antichi.

Una prima serie di volumi è gia stata sottoposta ad un accurato lavoro di pulitura, deacidificazione, reintegrazione, ricomposizione e rilegatura, recuperando per quanto possibile le coperte originali o procedendo al rifacimento delle legature con il ricorso a materiali e metodi di lavoro di tipo tradizionale: si tratta di quattordici volumi che raccolgono i verbali della Visita Apostolica condotta da monsignor Pietro Camaiani nell’inverno 1573-1574 e delle Visite Pastorali dei Vescovi Mario Aligeri Colonna (anno 1549), Giovanni Battista Osio (anni 1560 e 1561), card. Marco Antonio Amulio (anni 1563-1570, 1566-1571), Alfonso Binarini (anni 1575-1576), fra Costantino Bargellini (anni 1577-1584), Giulio Cesare Segni (anno 1585), card. Pietro Paolo Crescenzi (anni 1612-1613), Giovanni Battista Toschi (anno 1624), cardinale Francesco di Bagno (anni 1636 e 1637), Giorgio Bolognetti (anni 1641-1643 e 1649-1650).

Al restauro farà seguito la digitalizzazione delle 4700 carte che complessivamente compongono i volumi restaurati, così che gli studiosi possano accedere in maniera più agevole alla consultazione delle fonti documentarie riconsegnate ad una sostanziale integrità.