Concerto di Capodanno: buono il riscontro di pubblico

È stato il “Messiah” il protagonista del primo appuntamento della stagione musicale del Teatro Flavio Vespasiano di Rieti del 2015, con il concerto “A Child is born”, scelto anche come augurio per il nuovo anno.

L’associazione culturale ARTeM ha eseguito sabato 3 gennaio 2015, uno dei più importanti capisaldi della letteratura musicale inglese (in alternativa ai molto inflazionati valzer di Strauss), per molti la più famosa composizione di Georg Friedrich Händel, in collaborazione con il Parliament Choir e il loro fondatore e direttore, il Maestro Simon Over; protagonisti anche l’Orchestra da Camera e coro dell’ARTeM, il coro dell’Anghiari Festival e i solisti Lucia Casagrande Raffi, Elisabetta Pallucchi, Carlo Putelli e Davide Malvestìo.

Tenuto a battesimo a Dublino nel 1742, il Messiah è una di quelle partiture che per complessità e varietà, offre ad un direttore l’opportunità di mostrare tutte le proprie capacità in merito a soluzioni timbriche, dinamiche, equilibri, fraseggi e che proprio per questo non stanca mai di essere ascoltato.

Energico, preparatissimo, magnetico, Simon Over, riesce a conferire all’orchestra e al coro tutte le suggestioni sonore, l’intera gamma degli affetti e dei sentimenti richiesti dalla partitura, in un elaborato affresco di ampie dimensioni in cui il coro ricopre il ruolo principale, interamente funzionale al testo che intona, plasmando su di esso melodie, ritmi e orchestrazione.

Accanto al coro e all’orchestra, molto applauditi sono stati i solisti, l’oratorio  infatti prevede quattro voci che si sviluppano tra recitativi, arie e duetti. Il primo ad apparire è stato il tenore Carlo Putelli, dotato di una voce bella, chiara, morbida e di una tecnica salda nelle impervie coloriture. Il contralto Elisabetta Pallucchi ha mostrato una notevole capacità di fraseggio, agilità e un timbro assai piacevole e idoneo alla partitura. Ottima l’esecuzione del basso Davide Malvestìo, voce di notevole bellezza timbrica, espressività e padronanza tecnica. Molto apprezzata la voce del soprano Lucia Casagrande Raffi, per oggettiva bellezza, luminosità e omogeneità timbrica, per le coloriture facili e i cesellati fraseggi.

Ovazioni finali con bis: l’Hallelujah, qui l’intervento anche dei solisti e la platea in piedi come vuole la tradizione britannica.

Si intuisce ancora più facilmente alla fine del concerto quanto sia grande l’amore degli inglesi per Händel, di fatto nominato loro illustre concittadino e sepolto a Westminster.

Fondamentale la collaborazione con i maestri preparatori del coro: Ettore Maria del Romano per il coro dell’ArteM, Giulio Camaiti per il coro dell’Anghiari Festival e Nicholas O’Neill per il Parliament Choir.

Del Maestro O’Neill è stato eseguito all’inizio del concerto il suggestivo brano per soli archi “Against the pull of silence”, composizione affascinante e suggestiva del 2013, che si inserisce a tutti gli effetti nell’ambito della grande scuola dei compositori anglosassoni.

Molto buono il riscontro di pubblico tenendo conto che si trattava di un repertorio considerato di nicchia, a testimonianza del fatto che la buona musica è sempre e comunque apprezzata.

Esprimono grande soddisfazione il direttore artistico Federico Micheli e il presidente dell’ARTeM Marco Bartolomei.

Foto Massimo Renzi.