Comunità Laudato si’

Comunità Laudato si’: Ronchi, Sciortino e Ciotti, tre voci per il cambiamento

Tre testimonianze flash, da parte di tre volti noti fra il clero, a chiusura della sessione mattutina del forum delle Comunità Laudato si’ ad Amatrice

Tre testimonianze flash, da parte di tre volti noti fra il clero, a chiusura della sessione mattutina del forum delle Comunità Laudato si’ ad Amatrice. Il giornalista Ruffini, che modera la mattinata, dà la parola a due degli ospiti della sessione pomeridiana, don Sciortino e padre Ronchi, per un primo breve intervento, oltre all’ospite non previsto – ma una gradita sorpresa per i partecipanti – don Ciotti.

Il paolino ex direttore di «Famiglia Cristiana» ricorda che è sua «la colpa di aver fatto incontrare la Laudato si’ con Carlin Petrini», quando da direttore della rivista pensò di affidare a lui la prefazione in una delle edizioni dell’enciclica papale appena uscita, facendo sì che il laico presidente di Slow Food si innamorasse del testo di Bergoglio. Sciortino spiega come ad Alba – la patria di don Alberione, il beato fondatore della Famiglia Paolina – una Comunità Laudato si’ è nata su impulso e iniziativa del settimanale diocesano «Se tutti i settimanali diocesani lo facessero, i settimanali potrebbero essere di stimolo alla creazione di una comunità facendo opera di informazione ma soprattutto di formazione».

Un breve assaggio di riflessione anche da padre Ronchi. Il teologo e spiritualista servita ribadisce che «innamorarsi della realtà è il primo passo per tentare il cambiamento, il passo imprescindibile per avviare un cambiamento, di tutto ciò che vive. “Ama il prossimo tuo…”, ma chi è il mio prossimo? Gandhi diceva il mio prossimo è tutto ciò che vive». È necessario questo “sguardo contemplativo ravvicinato” verso il creato: «Si dice che per vedere bene un prato devi inginocchiarti e guardarlo da vicino: allora scopri la bellezza, la ricchezza…». L’auspicio allora è «riuscire ad avvicinarci con questa venerazione alla bellezza e alla tenerezza del creato».

E poi don Luigi Ciotti, venuto per il grande legame con Petrini e il vescovo Pompili e la grande stima per l’operato delle Comunità Laudato si’. Che vede vicino all’azione del suo Gruppo Abele, che dal 1965, dice, si basa su tre parole chiave: «Disagio, pace e ambiente». In queste nostre convinzioni, dice il prete di “Libera”, «dobbiamo trovare la forza di andare controcorrente anche se i venti contrari si sentono». Per don Ciotti ci sono oggi tre grandi rischi «che ci impongono uno scatto di più: la morte della democrazia, anche nel nostro paese la democrazia è molto pallida; le guerre e i conflitti, se ne parla poco ma i conflitti sono aumentati; e poi la catastrofe ecologica». Su queste tre dimensioni occorre lavorare: bisogna che «costruiamo momenti di conoscenza, che abbracciano tutti. Non è cosa di qualcuno, in questo senso possiamo dire che è “cosa nostra”!», dice ironicamente il prete antimafia. Da recuperare, secondo don Luigi, sono «le relazioni e la conoscenza. Relazioni per recuperare un po’ di umanità, la conoscenza che è fondamentale». Lavorando sui due «grandi binari, che sono un nuovo umanesimo, che riguarda il nostro paese e l’Europa, capace di rimettere le persone al centro. E con esso l’ecologia integrale».