«Come Barbara con coraggio per cambiare»

L’esperienza di fede di Barbara di Nicomedia come «una sorta di prefigurazione dei drammi peggiori del nostro tempo, da un lato, e il protòtipo di ciò che sarebbe poi stata la vita consacrata nella Chiesa, dall’altro lato»: ha voluto rileggere così la figura della santa patrona di Rieti monsignor Lucarelli, nel pontificale del quattro dicembre in Duomo, concelebrato con il suo confratello monsignor Chiarinelli, il vicario generale e diversi sacerdoti.

Alla presenza delle autorità (c’erano il sindaco con alcuni consiglieri comunali, il prefetto vicario, i vertici delle forze dell’ordine, le rappresentanze di Vigili del fuoco e marinai; presente anche la delegazione di Scandriglia, terra del martirio della santa, che ha offerto in dono all’offertorio l’olio della Sabina) e di numerosi fedeli, il vescovo Delio ha voluto richiamare il valore della vita consacrata, cui è dedicato l’anno appena apertosi nella Chiesa, e riflettere sugli spunti di attualità che il martirio della vergine oriental-sabina richiama.

L’uccisione di una giovane che rifiutava la sottomissione ai potenti, il reprimere i deboli: «Purtroppo ancora oggi si muore per questi motivi. Sembra che non sia cambiato niente, nonostante il cammino dell’uomo in tanti secoli di storia. Ogni giorno veniamo informati circa violenze, soprusi, uccisioni, proprio nei confronti di donne e bambini… L’uomo del nostro tempo, tanto protéso verso i nuovi orizzonti della scienza e della tecnica, non riesce a porre rimedio alla sete di sangue che lo fa permanere nel suo stato primordiale», torna a essere preda di un delirio di onnipotenza che mette da parte ogni regola di civiltà, ha ribadito il presule, con un richiamo preciso alla triste attualità di vicino casa: «Le notizie che vengono da Roma, relative ad una organizzazione criminale che speculava su tutto, poveri compresi, ci lascia senza parole».

Del resto anche Rieti non è stata esente: «Speculazioni sui soldi per i poveri e per i rifugiati vi sono state e vi sono ancora, anche qui da noi! Sistemi di guadagno spregiudicati, di intimidazione e di ricatto, che avrebbero coinvolto delinquenti, politici, amministratori, funzionari di vari livelli». Ma questo non toglie la speranza di poter vincere il male con il bene. E la vita consacrata è un segno di questa voglia di seminare speranza, germi di bontà: Barbara «ha saputo prefigurare anche questa consacrazione speciale a Dio, testimoniando la sua sponsalità fino al martirio.

Donna del suo tempo, come tanti altri personaggi più o meno conosciuti, Barbara ha saputo sfidare il male; è stata se stessa fino in fondo. Si è consacrata, donata allo Sposo, offerta con amore a Cristo». Del resto «per cambiare il mondo ci vuole coraggio! Il coraggio e la forza delle idee, di restare fermi nella propria volontà, di combattere e di convincere gli altri. Questo è l’insegnamento che dobbiamo cogliere per la nostra esperienza quotidiana. Queste sono le persone che dobbiamo saper imitare e raccontare a quanti percorrono le nostre stesse strade».

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