«Comandare è servire e servire è comandare»: don Lorenzo e don Roberto fanno il loro ingresso a Campoloniano

«Regnare è servire». È guardando alla dimensione aperta dalla Solennità di Cristo Re dell’Universo che il vescovo Domenico ha presieduto la messa per l’insediamento di don Lorenzo Blasetti e don Roberto D’Ammando nella parrocchia di Campoloniano.

Il rito si è svolto nella chiesa di San Giovanni Battista, gremita dei fedeli del popoloso quartiere, ma anche dei parrocchiani di Santa Rufina venuti per salutare don Lorenzo, loro parroco per trent’anni, e delle altrettante persone legate a don Roberto.

Dal vescovo una indicazione chiara per i due sacerdoti: «non si può guidare gli altri senza perdersi e senza perdere i propri interessi, le proprie aspirazioni, i propri obiettivi».

Nel momento in cui hanno raccolto l’eredità di don Franco Angelucci, don Domenico ha raccomandato ai pastori di tener presente questa equazione: «comandare è servire e servire è comandare».

«Il pastore – ha spiegato il vescovo – presiede la comunità perché spende i suoi giorni sotto il ‘giogo’ delle persone a lui affidate. Non è un ‘prete da Messa’ che si limita a celebrare, ma si spende quotidianamente per tutti e perciò ha l’onore di presiedere l’Eucaristia che resta “la fonte e il culmine della vita cristiana”».

«Ma è vero anche il contrario» ha aggiunto mons. Pompili: «Chi serve comanda. Non nel senso di spadroneggiare, ma in quello di attrarre e perciò di orientare. Per questo la guida richiede umiltà, coraggio e chiarezza».

«Oggi abbiamo o il potere senza servizio, o il servizio che rinuncia a guidare. Un vero capo – ha concluso il vescovo – non comanda, ma ispira, cioè traduce la visione in realtà. Comandare, pertanto, è servire e servire è comandare. Per un pastore significa servire “i laici che sono semplicemente l’immensa maggioranza del popolo di Dio”» (EG, 102).