Chi in questi giorni si reca nella chiesa di San Pietro Martire, nota una piccola novità. C’è una nuova statua. È quella della Beata Colomba. Ed è il parroco don Luigi Bardotti a spiegare questa novità.
«Mercoledì 21 maggio – ci spiega – ricorre l’anniversario della morte della Beata Colomba. Per quattro secoli, fino al 1954, si è sempre fatta una processione in suo onore. Così, a 60 anni dalla fine di questa tradizione, abbiamo pensato di riprendere il discorso nella chiesa di San Pietro Martire, di dare un segno. È qualcosa che in qualche modo promettemmo nel 2001, per i 500 anni dalla morte della religiosa: riscoprire questa devozione, che dai reatini era molto sentita. Le memorie del tempo ricordano che le era dedicata una processione. Non era fastosa, ma riusciva a cogliere il fascino di questa figura».
Ma perché ci fu una interruzione improvvisa?
Non ho documenti su questo. Ho cercato di capire anch’io. M’hanno raccontato i più vecchi che ci fu l’intervento del vescovo. Forse qualcosa tra le confraternite non ha funzionato e il vescovo fu costretto ad interromperla. Per saperne di più ci vorrebbe qualche ricerca di archivio.
In ogni caso la figura della Beata Colomba ha caratterizzato in modo forte la diocesi. Ad esempio nell’arte.
Sì, per rendersene conto basta entrare in Cattedrale. Colomba ritorna diverse volte, dalla cappella dedicata a lei e a San Vincenzo Ferreri alla statua che la rappresenta conservata nella cappella di Santa Barbara. Poi c’è anche il ciclo pittorico con le Storie della Beata Colomba dipinto nelle lunette del chiostro di San Domenico. E l’elenco sarebbe ancora molto lungo: l’immagine di Colomba non manca quasi in nessuna delle chiese di Rieti. Tra le moderne c’è il caso particolare di Santa Barbara in Agro, che ospita il crocifisso ligneo che, secondo la Legenda di padre Sebastiano Angeli, parlò più volte alla mistica. E ovviamente non si può dimenticare il convento domenicano di Sant’Agnese, sorto proprio sulla casa natale di questa reatina del tardo ‘400.
Come si spiega questa forte influenza di Colomba?
Le ragioni si capiscono appena ci si avvicina alla sua biografia. Ma ci vorrebbe un po’ di tempo per approfondire gli aspetti storici, civili e religiosi della sua storia. A grandi linee si può rintracciare il fascino della sua esperienza nella capacità di essere insieme tanto una mistica quanto una personalità di grande impatto sulla vita civile.
In questo senso sembra essere una figura di grande attualità…
Infatti: può ancora essere un riferimento per la Chiesa e la società. In lei si coglie la pienezza della vita consacrata come capacità di vivere totalmente il “matrimonio mistico”. Ma c’è anche il suo particolare trasporto per l’Eucaristia, e la ricerca del volto di Dio e degli uomini nella contemplazione del crocifisso. Inclinazioni che si sommano alla sua capacità di affermare la pace sociale, la giustizia e la responsabilità, al suo essere una donna che si ribella ad un ruolo di subalternità. Tanti aspetti che andrebbero raccolti perché da questa reatina di 500 anni fa può arrivare una paradossale proposta di rinnovamento della vita. Come tante altre ricchezze locali è a portata di mano, basterebbe raccoglierla. Il problema è se ne siamo capaci.