Rieti: collocato in piazza il bronzo “San Francesco a cavallo di ritorno dalla guerra” di Norberto Proietti

Flagellata dalla pioggia battente di questo finale d’autunno la monumentale statua di Norberto Proietti, che fa da attrattore alla mostra “Francesco il Santo. Capolavori nei secoli e dal territorio reatino” che dal mese di marzo la città dedicherà a San Francesco, appare ancor più in sintonia con il filo teso tra storia e memoria che fu motivo di ispirazione e di suggestione all’artista umbro.

San Francesco a cavallo di ritorno dalla guerra tra Assisi e Perugia del 1202. La Statua, realizzata dallo scultore umbro Norberto Proietti (Spello, 1927-2009), è posta in piazza Vittorio Emanuele II a Rieti ed è alta circa 3 metri.

Noto ai più per le sculture in legno d’ulivo, Norberto è stato annoverato tra i migliori interpreti contemporanei dell’iconografia francescana, radicata nella tradizione, sensibile alle suggestioni delle origini medievali, aperta ai più innovativi linguaggi.

Il bronzo che da oggi 16 dicembre 2011 sarà esposto sulla piazza del Comune fino al 2 settembre 2012 raffigura Francesco d’Assisi in groppa ad un destriero completo di bardatura. La silhouette del cavaliere si fonde plasticamente con la sua cavalcatura, grave di tutto il peso, lo smacco e l’onta di una sconfitta, l’angoscia e il lutto della guerra dapprima vagheggiata come occasione eroica, epica affermazione di un’individualità ancora alla ricerca di una prospettiva. Prima ancora dell’agiografia, è la biografia di Francesco d’Assisi a rivelarci i turbamenti, le indeterminazioni, i desideri di una giovinezza inquieta, preludio ad una scelta di vita quanto mai mirabile e radicale,

Figlio del mercante di pannilana Pietro di Bernardone e di una donna provenzale, madonna Pica, Francesco era nato nel 1181 ad Assisi. Qui trascorse la giovinezza vagheggiando l’idea di diventare cavaliere, unico mezzo di riscatto da una condizione sociale che contrastava con il desiderio di trovare spazio nell’aristocrazia cittadina. Entrato nella compagnia di Gualtiero di Brienne, a Spoleto ebbe una visione che, insieme all’incontro con un lebbroso ed al miracoloso dialogo con il Crocifisso di San Damiano, determinò la sua conversione. La partecipazione attiva ai frequenti conflitti che opponevano Assisi e Perugia, la sconfitta e la prigionia contribuirono alla maturazione di una scelta di vita che culminò nella rinuncia ai beni.

Il Pellegrino di Assisi è dunque il giovane Francesco ancora alla ricerca della propria identità, mirabilmente colto e raffigurato nel momento cruciale della disillusione che sarà preludio ad una delle più straordinarie vicende della storia della Chiesa.