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Coldiretti Lazio, 5 milioni di cibi e vini invenduti per la pandemia

Devastanti le conseguenze delle chiusure e delle restrizioni imposte alla ristorazione per contenere i contagi da Covid - 19, con quasi 5 milioni di cibi e vini invenduti solo nel 2021 nella Penisola

Devastanti le conseguenze delle chiusure e delle restrizioni imposte alla ristorazione per contenere i contagi da Covid – 19, con quasi 5 milioni di cibi e vini invenduti solo nel 2021 nella Penisola. È il bilancio che emerge da un’analisi di Coldiretti nel tracciare le ripercussioni sull’intera filiera agroalimentare Made in Italy, rispetto al periodo precedente alla pandemia. Un trend che continua a peggiorare con bar, trattorie, pizzerie, ristoranti e agriturismi deserti a causa della ripresa dei contagi nel 2022.

«Difficoltà che sono state prolungate dalla diffusione della variante Omicron – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri– e aggravate dal balzo dei prezzi energetici, che ha fatto impennare i costi di produzione in campi, stalle, serre e cantine. Il calo dei casi positivi registrati in questo ultimo periodo apre, però, a scenari di ripresa che la nostra regione ha saputo cogliere, andando incontro proprio al settore della ristorazione e dell’industria con il bando “Lazio KM zero”».

La nuova misura finanziata dalla Regione Lazio nell’ambito del sostegno delle attività economiche particolarmente colpite dalla pandemia, rappresenta un aiuto per le attività di ristorazione, dell’industria, del commercio alimentare e delle bevande, che utilizzano o somministrano prodotti del territorio regionale. Difficoltà che a cascata riguardano anche le industrie alimentari e le aziende agricole lungo la filiera, impegnate a garantire le forniture e i posti di lavoro dei loro dipendenti. ​

Gli importi previsti dal bando sono a fondo perduto e pari al 50% della spesa effettuata per l’acquisto di prodotti DO, IG e PAT, nonché il latte fresco bovino, le acque e le birre del Lazio. Un sospiro di sollievo per le oltre 20 mila attività di ristorazione del Lazio, tra bar, mense, ristoranti e agriturismi.

«Un sostegno fondamentale per l’intera filiera agroalimentare – aggiunge Granieri – che abbiamo fortemente sollecitato. Una misura che da un lato aiuta le aziende in difficoltà e dall’altro valorizza i prodotti agroalimentare con Denominazione d’Origine, a Indicazioni Geografiche e i Prodotti Agroalimentari Tradizionali, oltre al latte fresco bovino, alle acque minerali e birre artigianali, strettamente connesse al territorio laziale».