Cinquant’anni di messa per don Rino: «Felicissimo di aver messo la vita nelle mani del Signore»

In tanti, la scorsa domenica, hanno festeggiato con don Rino Nicolò i suoi cinquant’anni di sacerdozio. Una ricorrenza che vede il parroco tornare nelle parrocchie conosciute dalla prima messa senza nostalgia, ma con la voglia di continuare ad annunciare e realizzare il Vangelo. Alla celebrazione a Madonna del Cuore, anche il vescovo Domenico e gli auguri giunti direttamente da Papa Francesco attraverso una pergamena di benedizione

Cinquant’anni guidati dall’amore per la Chiesa. È con lo stesso spirito che don Rino Nicolò la scorsa domenica ha vissuto l’importante anniversario di sacerdozio nella sua parrocchia di Madonna del Cuore. «La Chiesa per me è stata come una madre: mi ha generato e custodito» ha spiegato il sacerdote, che la Chiesa l’ha amata cercando di farla amare.

Con i fatti, più che con le parole. Proprio come scritto sul ricordino dell’occasione: «Res non verba», perché sono le cose concrete, le azioni che contano. E lo si vede da quanto realizzato negli anni insieme ai parrocchiani. Piccole e grandi opere sempre illuminate dal Vangelo, perché le parole, le “chiacchiere”, non contano: ma la Parola sì.

E del Vangelo don Rino ha cara un’immagine di Gesù che propone ai suoi discepoli di vivere una relazione unica, intima, “coniugale”: quel «Prendete il mio giogo sopra di voi» che è un invito a sentirsi uniti nell’amore e nell’impegno, per andare avanti insieme, nella stessa direzione, con gli stessi obiettivi.

Anche se in cinquant’anni i dubbi, le cadute, le difficoltà, non sono certo mancate. «Con me il Signore ha avuto molto da lavorare», ha ammesso don Rino con il sorriso che sempre accompagna il suo modo schietto di parlare. Come a dire che sì, anche il sacerdote, come ogni uomo, è fragile, ma con il Signore vicino è più facile rialzarsi, perché «Lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza».

E poi c’è il sostegno dei tanti che lo hanno accompagnato nel mezzo secolo del suo ministero: i familiari, ovviamente, ma soprattutto i fedeli incontrati nelle diverse parrocchie. E poi i superiori del seminario, i vescovi, le suore, Pastorelle e Clarisse, e i confratelli sacerdoti. Le mani e i volti di un’intera città, amatissima da don Rino. Anche per il suo essere città dello sport, un tema che appassiona il parroco: ex calciatore, amante anche di volley e basket. E tra i 1.330 funerali celebrati in cinquant’anni di attività pastorale, uno dei più amari dev’essere stato quello di Willy Sojoumer, al palazzetto dello sport di Campoloniano.

Ma don Rino ha anche battezzato 1.269 bambini e celebrato 427 matrimoni: segno della forza della vita che continua, che guarda avanti, che va vissuta come un dono. E sempre tenendo al centro il Signore: una convinzione che vede l’anniversario della prima messa accompagnato dall’intenzione di donare alla parrocchia di Madonna del Cuore un nuovo altare, «icona di Cristo in mezzo a noi».

Come pure il vino regalato in ringraziamento di quanto sono e saranno presenti alle messe dedicate alla ricorrenza. Don Rino ha infatti deciso di condividere la gioia del cinquantesimo con tutte le parrocchie in cui ha esercitato il suo ministero. Il 30 luglio è stata la volta di Madonna del Cuore e Morro Reatino; il 31 ha celebrato a San Fabiano. Questa sera sarà la volta di Concerviano e San Martino. Nella mattinata del 6 agosto, infine, celebrerà a Rivodutri, nella chiesa che lo ha visto celebrare l’eucaristia per la prima volta.

«Felicissimo di aver messo la vita nelle mani del Signore», don Rino sembra continuare a vivere il sacerdozio con l’entusiasmo di allora. E come tutti quelli che trovano nell’esperienza la conferma delle proprie intuizioni, c’è forte in lui il desiderio di condividere una scoperta con gli altri, di annunciare un cammino felice. Un desiderio che trova forma nella speranza che tanti giovani sappiano seguire da vicino le orme di Cristo, facendo della propria vita un dono.