Cinema: a Venezia il Premio Bresson al regista russo Konchalovsky. Intervengono mons. Viganò e don Milani

In occasione della 73ma Mostra internazionale del cinema di Venezia la Fondazione Ente dello spettacolo (FEdS) e la “Rivista del cinematografo” conferiscono, venerdì 9 settembre alle ore 11.00, nello Spazio FEdS (Sala Tropicana 1) dell’Hotel Excelsior, il Premio Robert Bresson 2016 al regista russo Andrei Konchalovsky

Il riconoscimento sarà consegnato da mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, alla presenza del presidente della Fondazione Ente dello spettacolo don Davide Milani. Konchalovsky “regista scomodo, dallo stile essenziale, capace di grande scandaglio psicologico, ha compiuto – spiega una nota – un percorso umano e professionale encomiabile, che si sostanzia in una visione positiva del cinema, mezzo capace non solo di patire ma di agire nella realtà, riconnettendola a un’ideale di giustizia”. Un’istanza presente fin nei primi lavori, “che si pongono non a caso in contrapposizione con il Potere russo (La felicità di Asia, girato nel 1966, uscirà solo nel 1988) prima e con Hollywood poi, dove pure riesce a realizzare veri e propri gioielli come Maria’s Lovers, A 30 secondi dalla fine e I dissidenti. Il ritorno nella madrepatria è segnato da un film fondamentale come Il proiezionista (1992), che ripercorre la Russia stalinista. Un atto di denuncia forte, che sottolinea il rapporto sempre stretto e spesso improprio tra arte e potere. Una riflessione che accompagna anche gli ultimi lavori del regista”, fino a The Postman White Nights, Leone d’Argento a Venezia 2014”. Il Premio Robert Bresson – un’opera intitolata Hope e realizzata dallo scultore e orafo Andrea Cagnetti, in arte Akelo –, istituito nel 1999, viene assegnato ogni anno alla Mostra di Venezia dalla Fondazione Ente dello spettacolo e dalla “Rivista del cinematografo”, in accordo con la Santa Sede, al regista che “abbia dato una testimonianza significativa del difficile percorso di ricerca del significato spirituale dell’esistenza”. Nelle precedenti edizioni è stato attribuito a: Giuseppe Tornatore, Manoel de Oliveira, Theo Angelopoulos, Krzysztof Zanussi, Wim Wenders, Jerzy Stuhr, Zhang Yuan, Daniel Burman, Walter Salles, Aleksandr Sokurov, Mahamat Saleh-Haroun, Jean-Pierre e Luc Dardenne, Ken Loach, Amos Gitai, Carlo Verdone e Mohsen Makhmalbaf.