Cinema

Cinema e musica: «Con i nostri suoni sveliamo Diabolik»

L’appello urgente di Pivio e De Scalzi, autori della colonna sonora del film dei Manetti Bros, quarto al box office natalizio: «Tamponi per entrare in sala? Sarebbe la botta finale per il comparto»

Diabolik fugge dalla polizia sfrecciando sulla scia di una colonna sonora degna di James Bond, con autentici echi anni 60. Merito del duo di compositori Pivio & De Scalzi, autori delle musiche del nuovo film Diabolik firmato dai Manetti Bros, con Luca Marinelli e Miriam Leone, quarto al box office natalizio con 537mila euro d’incasso (1.615.000 totali). Un box office dominato da Spider-Man: No Way Home con quasi 3 milioni di incasso nel weekend di Natale e un totale di 17 milioni in 15 giorni. La colonna sonora diDiabolik (pubblicata da Edizioni Curci e Creuza) è uscita per Carosello Records in digitale e in un doppio vinile in edizione limitata, mentre il vinile e gli spartiti dei brani sono esposti al Museo del Cinema di Torino fino al 14 febbraio per la mostra Diabolik alla Mole. I due compositori genovesi, Roberto Pischiutta (Pivio), già membro del gruppo new wave Scortilla, e Aldo De Scalzi, già membro del gruppo progressive Picchio dal Pozzo e fratello di Vittorio De Scalzi fondatore dei New Trolls con cui ha collaborato, hanno all’attivo 150 colonne sonore a partire da quella composta nel 1997 per Il bagno turco di Ferzan Ozpetek.

«Noi lavoriamo con i Manetti da quasi 20 anni, abbiamo iniziato nel 2003 con un episodio pilota dell’Ispettore Coliandro nel 2003, di cui abbiamo firmato più di 30 episodi, oltre a film come Ammore e malavita che ci è valso il David di Donatello per le musiche – ci racconta Pivio –. I Manetti arrivano dai videoclip e sono grandi appassionati di musica cui danno molto spazio nei loro film». Per la colonna sonora di Diabolik, fumetto creato negli anni 60 dalle sorelle Giussani, i registi hanno dato indicazione di rimanere musicalmente in quell’epoca. «Si tratta di un’operazione formale molto forte sia sulle immagini sia sulle musiche, in cui abbiamo proiettato il nostro mondo musicale negli anni 60 – aggiunge Pivio –. Aldo ed io siamo nati negli anni 50 e abbiamo annusato da piccoli quel tipo di sonorità in prima persona: la nostra è un’operazione abbastanza filologica. Ci siamo anche ispirati a certe soluzioni timbriche adottate da Bernard Herrmann e con un occhio di riguardo alle atmosfere action tipiche di compositori come Lalo Schifrin».

La colonna sonora è stata sviluppata intorno a un tema centrale ricorrente, spiegano i due compositori: «Partiamo da un tema forte presente in tutta la colonna sonora per dare la sensazione della presenza di Diabolik anche quando non c’è sulla scena. Un tarlo musicale come in altri film tipo Mission impossible o 007. Comunque ogni film è un esercizio di stile non solo nel modo di arrangiare ma anche nel modo creativo di proporci, diciamo che la nostra cifra stilistica esce da un punto di vista melodico e armonico».

La lavorazione di quest’ultima colonna sonora è stata però complicata dal Covid, se si conta che è stata realizzata da 60 elementi provenienti dalle grandi orchestre del Teatro Carlo Felice di Genova, del Regio di Torino e di Alessandria. «A fine febbraio 2020 avevamo tutte le partiture pronte per essere eseguite, quando è accaduto l’impensabile – spiegano –. Abbiamo così dovuto aspettare mesi prima che si creassero le condizioni minime per entrare in sala di registrazione con i musicisti. In realtà, per ragioni di sicurezza, abbiamo dovuto smembrare l’orchestra in micro gruppi di non più di 5 o 6 persone alla volta, inventandoci miriadi di espedienti tecnici. Il risultato finale suona però come se tutta l’orchestra fosse stata coinvolta nella stessa sessione di registrazione».

Ora che il film è in sala, si aggiungono altre preoccupazioni. «Tutto l’ambiente è stato penalizzato – aggiunge De Scalzi –. Abbiamo sentito voci di tamponi per chi va al cinema, sarebbe la botta finale a un settore che è in sofferenza da due anni. Il problema è convincere il pubblico ad andare tranquillamente nelle sale che sono fra i posti più sicuri». Pivio, che è presidente dell’Associazione compositori musiche per film Acfm, difende a spada tratta la categoria: «La musica da film viene considerata una sorta di musica evocativa, invece noi lavoriamo immagine dopo immagine. Il presidente onorario era e rimarrà Ennio Morricone, che si è molto battuto per la categoria. La nostra è una realtà unica cui sono iscritti quasi 170 compositori, fra i quali anche star come Hans Zimmer, Michael Nyman, Roger Waters e poi 5 premi Oscar e tanti vincitori di David di Donatello ed Emmy. Le nostre lotte sindacali, dato che le istituzioni sono assenti, vogliono soprattutto far conoscere la nostra specifica arte, che non è semplice musica da accompagnamento ma una vera e propria parte della sceneggiatura di un film».

A questo si aggiunge il problema del diritto d’autore, penalizzato dal web. «Finalmente è stata accettata la nuova direttiva sul copyright, con una potenziale ridiscussione seria di cosa le grandi piattaforme debbono agli autori. Purtroppo non esistono i decreti attuativi». Aldo De Scalzi intanto sta lavorando per la creazione di asili musicali a Genova con l’appoggio di Luca Pirondini, consigliere del Comune. «Il progetto è creare asili a indirizzo musicale – spiega –. Io mi sono dato disponibile a tenere da gennaio corsi alle maestre. I ragazzi sono molto incuriositi dalla musica applicata alle immagini. Quindi ai bambini proporremo di immaginare la musica e di suonare le immagini. Si gioca con i colori, la dinamica, i tempi, l’unità di misura. Sono previsti interventi di personaggi del mondo della musica negli asili e gite nei teatri lirici e concerti dal vivo». La speranza è anche in una nuova leva di compositori di colonne sonore che sta crescendo grazie all’esplosione delle piattaforme e alla grande richiesta di contenuti, anche musicali. «La novità è che vediamo crescere anche molte ragazze, il punto di vista femminile nella musica sarà in crescita nei prossimi anni» aggiungono.

Anche Pivio e De Scalzi non si fermano. «Stiamo lavorando a Diabolik 2, il film è già pronto. E poi ancora a un film prodotto dai Manetti, Io e Spotti di Cosimo Gomez. Nelle sale e su Netflix uscirà Il filo invisibile di Marco Simon Puccioni mentre il primo gennaio esce Belli ciao di Gennaro Nunziante con Pio e Amedeo. Inoltre stiamo per lavorare a teatro con Alessandro Gassmann con cui abbiamo già fatto Il silenzio grande e Fronte del Porto. Poi seguiremo due monologhi di Kafka con Giorgio Pasotti per il Teatro dell’Aquila».

da avvenire.it