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Cile, altre vittime nelle proteste contro il carovita

Sono 12 le persone rimaste uccise e quasi 1.500 quelle arrestate, di cui 650 nella sola Santiago del Cile. Per il vescovo ausiliare di Santiago, mons. Alberto Lorenzelli, «è un momento dove prevale la violenza e meno la ragione»

Terza notte consecutiva di coprifuoco a Santiago, dove continuano le proteste per il carovita: 12 persone sono rimaste uccise durante gli episodi di saccheggi in diverse zone di Santiago. Una situazione di tensione che non accenna a diminuire. Una marcia pacifica si è svolta nell’area di Irarrazaval, con una grande folla che si è riunita lanciando slogan in piazza Italia. L’ultima vittima è un manifestante travolto da un camion militare vicino alla città di Talcahuano.

A Santiago del Cile la situazione più complessa

Cinque uomini sono morti per via di un incendio in un magazzino di un’azienda tessile, quattro in supermercati e due in un negozio di prodotti per l’edilizia. Il sindaco della regione Metropolitana di Santiago del Cile, Karla Rubilar, ha detto che oggi “sebbene sia una giornata complessa, una giornata difficile”, le persone “possono muoversi con maggiore normalità”. Ieri, alcune filiali bancarie sono state riaperte nella zona est della capitale cilena, mentre i supermercati sono praticamente chiusi e pochissime persone viaggiano in città, soprattutto dopo che le attività educative sono state sospese nell’area metropolitana di Santiago.

Arresti di massa, Amnesty chiede il rispetto dei diritti umani

Sono quasi 1.500 le persone arrestate, di cui 650 nella sola Santiago del Cile. A tal proposito, Amnesty International ha sollecitato il presidente cileno Sebastian Pinera a garantire il rispetto dei diritti umani durante lo stato d’emergenza, sottolineando che questa decisione, con cui si affidano alle forze armate funzioni di mantenimento dell’ordine pubblico, non fa che aumentare i rischi che si commettano violazioni. Pinera, ieri, aveva detto che il Paese è “in guerra contro un nemico potente e implacabile, che non rispetta nulla o nessuno”.

Mons. Albertelli: ascolto ma la violenza non prevalga

Il vescovo ausiliare di Santiago, monsignor Alberto Lorenzelli, dice che “è un momento in cui prevale la violenza e meno la ragione. Ci sono tensioni sociali che bisogna comprendere, ma questa non è la via perché la situazione si fa difficile e la gente è logorata”.

Da Vatican News