Cicchetti: «da tarantolato la reazione dell’ex Presidente dell’ATER»

È da tarantolato la reazione dell’ex Presidente dell’ATER alla ipotesi, plausibile e senza secondi fini, che potesse essere destinatario, a breve, di una nomina ad assessore nel Comune di Rieti. D’altronde, anche nelle redazioni giornalistiche ci si interrogava sul senso di quel comunicato del PD provinciale, encomiastico e molto, molto “postumo”, sulla sua gestione dell’importante azienda reatina.

Prendiamo atto, non senza commento, della decisione dell’ex Presidente di mai più interessarsi di politica in sede locale. Rileviamo però che egli ha omesso, come il comunicato del PD, di ricordare come quella gestione sia sottoposta ad una indagine della Procura, dal 2010 non ancora conclusa, che, sicuramente, lascerà inalterati i contorni del galantomismo dell’uomo, almeno fino al terzo grado di giudizio.

Ma è un’indagine che esiste e non può essere sottaciuta, anche se gli atti del Consiglio di Amministrazione sono stati presi all’unanimità. Una caratteristica che è costata la riconferma al rappresentante di AN per “eccesso di unanimismo”, dato che la profonda diversità tra i componenti di quell’organo avrebbe postulato, per logica, qualche pur rara forma di dissenso.

Per il resto, che dire? L’ex Presidente può cercare i cacciatori di vitalizi in casa PD dove ne troverà in abbondanza; non certo tra chi ha programmato la propria vita per l’opposizione discriminata da tutti, e dopo 25 anni di contribuzione privata si è trovato a scegliere, per volontà popolare espressa con le preferenze, tra il proseguire la propria attività o l’adempiere al dovere pubblico al quale era stato chiamato dai cittadini.

E il vitalizio lo trovò statuito e goduto da tutti quelli che sono passati in Consiglio Regionale prima di lui, a qualunque gruppo politico appartenessero. Con la differenza sostanziale che lo scrivente, da capogruppo di AN e con la sola “complicità” del capogruppo di Rifondazione Ivano Peduzzi, evitò che venisse aumentato per ben tre volte.

In ogni caso è sempre praticabile la strada di abolirlo: è sufficiente che l’attuale maggioranza regionale decida di farlo e porti in Consiglio per l’approvazione gli atti relativi. Da ultimo, basti citare il giudizio diffidente e imbarazzato espresso dall’attuale Commissario dell’ATER Eliseo Maggi (sinistra radicale) sulla gestione dell’ex Presidente che costituisce, forse, la migliore risposta al tentativo di magnificarne le gesta. Penso possa bastare.